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Il Sole 24 Ore

Addio a Ezio Rivella, portò il Brunello al successo … Si è spento a 91 anni l’enologo-manager, alfiere del vino italiano nel mondo… Addio a mister Brunello. Si è spento nella notte tra martedì e mercoledì Ezio Rivella, Cavaliere del Lavoro e primafigura di enologo-manager del vino italiano. Chiamato alla fine degli Anni ‘70 alla guida di Castello Banfi dalla famiglia di importatori italoamericani Mariani ha gettato le basi del successo internazionale del Brunello di Montalcino, vino fino a quel momento quasi sconosciuto fuori dalla Toscana. I Mariani dopo aver introdotto il vino made in Italy negli Usa con Frascati e Lambrusco alla fine degli anni ‘70 ritenevano i tempi maturi per un upgrade qualitativo sul mercato statunitense. Così perlustrarono l’Italia alla ricerca di un vino dalle potenzialità inespresse. E furono rapiti dal Brunello, da Montalcino, da Castello Banfi. E per essere accompagnati in questa scommessa puntarono su Ezio Rivella: enologo piemontese e terroir toscano. Un connubio che ha spesso prodotto grandi risultati, basti pensare a Giacomo Tachis e al Sassicaia. Da quel momento un’inarrestabile cavalcata che nel giro di trent'anni ha portato la produzione di vino a Montalcino da 63mila 10 milioni di bottiglie e il Brunello a diventare un alfiere non solo del vino italiano, ma dell’intero made in Italy. Tanto di questo percorso si deve a Ezio Rivella che ha introdotto managerialità e innovazione in un settore fino ad allora legato quasi esclusivamente alla tradizione (e all’improvvisazione come lo scandalo del metanolo dimostrerà nel 1986). Preparato sul piano tecnico e brillante su quello comunicativo (“la Doc è come una bicicletta, se non è guidata da un buon corridore non serve a nulla”) ha ricoperto tanti ruoli nel mondo del vino nella sua lunga carriera. Dal 1975 al 1986 alla guida di Assoenologi (e poi nel 2000 anche presidente degli enologi mondiali), dal 2001 al 2004 presidente dell’Unione Italiana Vini, dal 2010 al 2012 presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino che ieri lo ha salutato “con affetto e gratitudine”.

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