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Il Sole 24 Ore

“In quel mare ho maturato la mia vocazione per il vino”…Le mie vacanze sono sempre state a Panarea, almeno fino a un certo punto. Tutto cominciò negli anni Cinquanta: Panarea era un paradiso sicuramente per il mare molto bello, questo luogo incontaminato, ma era un paradiso per gli uomini perché arrivavano sull’isola decine di donne sole in cerca di avventura. C’era il Raya, un albergo creato da Paolo Tilche, un egiziano, bellissimo. Tilche era un uomo di gran buongusto: fu lui a dare l’imprinting a tutta l’isola per le costruzioni in stile greco ma adattato alla Sicilia. In quegli anni le Eolie erano luogo di vacanza e di mondanità. Lì passava il jet set: c’era Gianni Agnelli, Umberto Agnelli con Allegra. Erano tutti personaggi semplici, schivi, anche se a Gianni Agnelli piaceva essere sempre al centro dell’attenzione. Mio padre fino a un certo punto è stato uno che si godeva la vita, faceva tardi la sera, correva con le automobili: alla morte di mio nonno, nel 1957, si mise a lavorare e io cominciai ad aiutarlo nel lavoro. Realizzai il primo conto economico e costo bottiglia del primo Regaleali Bianco. Sono passate 60 vendemmie da allora, e forse è per questo che resta il mio vino preferito. Il mio grande amore resta Capofaro, a Salina: lo vedevo sempre passando con la barca, vedevo dal mare queste vigne sul promontorio e non sapevo nemmeno di chi fosse quella proprietà. Con la sua presenza rassicurante e il fascino della sua Luce intermittente, il faro di Capofaro e il primo segnale per chi arriva di notte dal Tirreno, il più a Nord della Sicilia. Nel 2001 è cominciato un nuovo corso della nostra famiglia. Alla ricerca di territori di eccellenza vitivinicola, con forte personalità, ci venne in mente la vigna di Malvasia che circondava il faro di Capo Faro: le vigne erano gestite da Carlo Hauner. Fu un grande impegno, ma il grande affare l’ho fatto certamente io che di quel luogo ero innamorato: un posto strepitoso, che abbiamo in custodia, dal vigneto storico al faro. In principio però fu Rinella a Salina. È lì che ho imparato a nuotare, anche perché a Mondello avevo provato un paio di volte ad affogare. Nel 47 mio padre era in giro per le Eolie con un peschereccio e alcuni amici, Topazia Alliata e il marito Fosco Maraini, fotografo, e l’imprenditore ligure Egidio Cressi, produttore di attrezzature subacquee e il campione Dario Gonzatti. Lì ho incontrato il gruppo della Panaria Film alle Eolie per la lavorazione di un film. Fu allora che mio padre ideò e fondò il Circolo Siciliano dei Cacciatori Sottomarini, il primo in Italia ad essere iscritto alla Federazione di questo sport nascente. Era frequentato, solo per ricordare qualche nome, da Von Karajan, Errol Flynn, dal principe siciliano Raimondo Lanza. Oltre ai collaboratori più attivi, Ciccio Cupane Jr., da Mario Jung, Alberto Samonà e Gaetano Pri Belmonte. Il mare delle Eolie era un acquario, il posto era bellissimo, e unico, ma caldissimo d'estate. Non me ne sono mai più allontanato.

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