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Il Sole 24 Ore

Vigneti, nuove tecniche sconfiggono il mal d’esca ...Dalla collaborazione italo-francese arriva un metodo efficace per combattere il mal d’esca, una delle principali malattie della vite conosciuta fin dall’antichità, ma che negli ultimi anni in Europa sta conoscendo una preoccupante recrudescenza. Si tratta di una famiglia di funghi che penetrano nel legno della vite attraverso le ferite inferte con le potature e ne provocano l’essiccamento rendendo improduttive le piante. Il nome - secondo una delle interpretazioni più gettonate - è dovuto al fatto che i soldati durante le guerre ricercassero nei campi proprio questo legno ma-lato perché grazie al tessuto spugnoso che si sviluppa attorno al fusto, era perfetto per innescare il fuoco. Secondo gli ultimi dati la media dei vigneti colpiti dal mal d’esca in Europa e Italia si attesta sul 3-4% l’anno. Anche se alcune varietà particolarmente sensibili come Sauvignon bianco, Cabernet Sauvignon o anche l’italianissimo Sangiovese si attestano su percentuali più elevate, dal 5% all’8% all’anno. In anni recenti si sta assistendo a un incremento vertiginoso delle sintomatologie riconducibili alle maladie de bois di cui fa parte l’esca, con percentuali di vigneti colpiti in Europa salite al 7- 8% di media, con punte anche del 10 - 12%. Nasce così dieci anni fa la collaborazione tra Denis Dumbourdieu, prematuramente scomparso ma all’epoca direttore dell’Isvv (Institut des Sciences de la vigne et du vin dell’Università di Bordeaux) e la Scuola italiana di potatura della vite di Marco Simonit e Pierpaolo Sirch. “Cominciammo così a sperimentare la dendrochirurgia – spiega Simonit – tecnica nota fin dall’antichità e applicata in Franciacorta alla fine del 1800 con risultati molto incoraggianti, ovvero il 90-95% di ceppi risanati”. Scende in campo il Vine Surgery Team di Simonit&Sirch: squadre di pronto intervento che salvano i vigneti dal mal d’esca, senza estirparli. “Il nostro intervento - continua Simonit - si può paragonare a quanto fa un dentista per curare una carie. Utilizzando piccole motoseghe elettriche, apriamo il tronco ed esportiamo la parte intaccata dal mal d’esca. La pianta disintossicata dalla malattia, riacquista nel giro di poco tempo vigore e torna produttiva”. Le prime prove di dendrochirurgia sono state fatte da Simonit&Sirch nel 2011 a Chàteau Reynon nel bordolese, quindi da Schiopetto in Friuli e da Bellavista in Frariciacorta. In 10 anni di lavoro e sperimentazione, sono state operate 15mila piante di 12 varietà in 12 diverse regioni viticole: dall’Italia alla Francia e al Sudamerica. E il risultato è stato che i190% delle piante trattate è tornato pienamente produttivo. Gli interventi di dendrochiurigia consentono inoltre un importante abbattimento dei costi, evitando il reimpianto dei filari malati - che finora sembrava l’unica strada percorribile - e velocizzano il ritorno alla produttività del vigneto. “La grande differenza con l’espianto e il reimpianto delle viti - conclude Simonit - è che con la dendrochirurgia e il ritorno alla produttività di filari malati si evita di avere nel vigneto viti con età diverse, aspetto che si riflette nella qualità e omogeneità dei vini prodotti”.

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