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Il Sole 24 Ore

Vinitaly fa la prova generale del pieno ritorno di primavera ... Quattrocento cantine espositrici, 200 buyer stranieri, un pubblico composto di soli addetti ai lavori. Vinitaly Special edition, lo hanno chiamato. Quella che si apre domenica alla fiera di Verona sarà infatti solo una tappa intermedia del percorso di avvicinamento alla 54esima edizione del Vinitaly vero e proprio, prevista per il 2022, come di consueto ad aprile, dal 10 al 13. “Questa edizione speciale vuole essere uno strumento in più per le aziende che vogliono cogliere l’occasione di fare promozione”, ha ricordato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. A Verona sanno bene che la stagione degli ordini e degli acquisti internazionali è primavera, ma è anche vero che la fine dell’anno coincide con il periodo in cui i ristoranti preparano le carte dei vini per l’anno nuovo. Per questo “Vinitaly special edition sarà molto focalizzata sul mercato interno - dice Mantovani - il nostro obiettivo è quello di rivitalizzare il consumo di vino fuori casa”. Da domenica a martedì i padiglioni 4, 5 e 6 della Fiera di Verona ospiteranno dunque gli operatori del settore, che insieme a Vinitaly Special edition potranno visitare anche Enolitech, la manifestazione dedicata alla tecnologia per la produzione di vino, olio e birra, e Sol&Agrifood, con le aziende agroalimentari. In contemporanea, Veronafiere organizza lo spazio Wine2wine business forum, due giorni di seminari e laboratori (il 18 e il 19 ottobre) durante i quali cento relatori internazionali affronteranno i temi più caldi della community del vino, e dove le aziende potranno organizzare incontri B2b con clienti e partner. Alla Special edition farà anche il suo debutto un’area speciale dedicata alla mixology, per ospitare i bartender e parlare del connubio tra vino e altre bevande, alla ricerca di nuovi drink. “Il ritorno al fare fiera rappresenta uno strumento fondamentale per l’internazionalizzazione delle Pmi italiane, che dalle manifestazioni business ricavano il 50% delle proprie esportazioni - ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese -. Questa funzione “sociale” per l’economia reale data dal sistema fieristico si riflette perfettamente nel comparto vino, il cui tessuto connettivo è rappresentato appunto da piccole e micro-imprese. Vinitaly riparte, lo fa con questa significativa anteprima e lo farà a dicembre in Cina con Wine to Asia”. Dal 2 al 4 di dicembre Veronafiere, in partnership con Pacco Communication, organizzerà a Shenzhen tre giorni di incontri, degustazioni e opportunità di networking dove i produttori provenienti da tutto il mondo potranno incontrare i più importanti buyer asiatici. A Shenzhen, terza città della Cina per importanza economica, hanno sede 3mila aziende importatrici di wine & spirits e nella provincia del Guangdong, dove la città si trova, opera il 30% dei distributori cinesi. Oggi la Cina importa l’8% di tutto il vino mondiale, per un valore di 2,4 miliardi di euro. “In Cina è il momento del vino italiano - ha detto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - con Wine to Asia abbiamo l’obiettivo di assecondare una crescita importante dell’export italiano. Complici anche i super-dazi che Pechino ha comminato all’Australia, storica fornitrice di vino alla Cina, l’incremento delle bottiglie italiane vendute nel primo semestre del 2021 è stato di ben il 73%, con la quota di mercato del vino tricolore che torna in doppia cifra, a 10,4%. Per la prima volta dopo tanti anni, oggi l’Italia è il terzo fornitore dei consumatori cinesi, dopo la Francia e il Cile”. Per sostenere lo sbarco delle cantine italiane in Cina, già a settembre Veronfiere aveva organizzato il Vinitaly Roadshow, una maratona enologica tricolore tra le città di Pechino, Qingdao e Chongqing che ha visto coinvolti oltre 1.800 operatori della domanda cinese di vino e una settantina di espositori italiani, il 40% in più rispetto alla prima edizione. Tra le cantine made in Italy che hanno preso parte al roadshow c’erano Antinori, Marchesi Frescobaldi, Banfi, Avignonesi, Franz Haas, Sartori, GIV, Caviro, Zonin, Mezzacorona e MGM Mondo del Vino. Tra gli importatori, invece, erano presenti i primi tre gruppi per importazione di fine wines in Cina, vale a dire Asc, Cofco e Summergate, nonché i primi tre importatori di vino made in Italy: Interprocom, Chuxiao e Sinodrink.

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