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Il Sole 24 Ore / Ventiquattro

Settemila monumenti in bottiglia ... La comparsa sul mercato del Barolo Riserva Monfortino 1997 di Giovanni Conterno, un vino davvero monumentale, ci ricorda che questo vignaiolo immenso ci ha lasciato alla fine del 2004. Ma non prima, in una carriera cinquantennale, di realizzare alcuni dei più grandi vini mai fatti in Italia. Anzi, grandi Barolo, come sicuramente egli avrebbe tenuto a sottolineare: I Conterno producono vini a Monforte d’Alba fin dal 1770, e il vino portabandiera della casa ha preso il nome, al momento della creazione subito dopo la Prima Guerra Mondiale, dal paese in cui operava la cantina familiare. Giovanni Conterno, a differenza del padre, predilesse la vicina Serralunga d’Alba e, nel 1978, acquistò il vigne - quelle della Cascina Francia - che diedero origine a tutte le successive versioni del vino.
Alta su una collina al limite estremo della denominazione, questa tenuta ha sempre dato un Nebbiolo che rispecchia perfettamente il suo proprietario: puro, austero e poco incline ai compromessi, anche un po’ spigoloso, se si vuole.
Ma solo perché l’uomo aveva una visione del Barolo non soggetta a modifiche o ripensamenti. Intenso, autorevole, virile e longevo, questo vino doveva essere l’inconfondibile espressione della zona d’origine e della superba uva coltivata, con pari risultati, solo nelle Langhe. “Non voglio cambiare niente”, amava ripetere Conterno per indicare che la tradizione era la sua stella polare, anche se il metodo di lavorare il Nebbiolo della Cascina Francia era completamente suo e incarnava non tanto una tradizione ma, più verosimilmente, intuito e sensibilità che non potevano trovare improbabili limitatori. Fermentazioni lunghissime, fino a cinque settimane, a temperature altissime, poi seguite da sette anni di affinamento nelle classiche botti di rovere della zona (qui la parola barrique era, e rimane, quasi un casus bellin, un protocollo di cantina che avrebbe fatto rizzare i capelli sia agli enologi che ai professori di enologia. Ma i vini stessi hanno sempre dato origine all’artefice. E ora il 1997, forse il più grande di tutti i tempi, Barolo di potenza limitata e insieme, impeccabile eleganza. Settemila bottiglie per il mondo intero, vendute a un prezzo adeguato alla propria statura: Giovanni Conterno conosceva perfettamente il valore del proprio lavoro e non faceva sconti.

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