Il Sole 24 Ore / Ventiquattro

La pillola antisbornia ... Trendsetter... “Una serata lunga, ieri sera, signore?”, chiedeva Jeeves all’intontito Bertie Wooster mentre gli versava il suo infallibile rimedio antisbronza. La ricetta? Segreto professionale del maggiordomo più famoso di tutti i tempi, forse solo una fantasia di
Wodehouse e di chiunque si sia mai svegliato con la sensazione di avere una matrioska di teste sballonzolanti sulle spalle. A danni fatti sembra che caffè, esercizio fisico e, perché no, un piccolo Bloody Mary diano una mano a superare “the day after”. Tutti consigli della nonna privi di potenziale commerciale però, a differenza dei prodotti da assumere pre-sbornia recentemente lanciati sui mercati americani, asiatici e inglesi, composti multivitaminici con amminoacidi ed enzimi naturali che aiuterebbero il fegato a processare l’alcol e a evitare la classica disidratazione da happy hour e le conseguenti nausee e lingue felpate. L’offerta si divide in cerotti, pillole e compresse effervescenti da prendere prima di cominciare a bere e da richiamare dopo l’ultimo cocktail, e in bibite “pre-tox” da alternare o mixare direttamente con i superalcolici. I target sono diversi: le pillole RU21 (si legge come “are you 21”, hai l’età per bere?), la cui formula venne elaborata dall’Accademia russa delle scienze per dare un supporto “igienico” agli agenti segreti che operavano al di qua della Cortina di ferro, hanno un packaging da supermercato che sembra puntare ai bevitori di sei lattine di birra a botta; i drink in lattine di design Mercy e Aliby (americana la prima, inglese la seconda) sembrano invece puntare sull’immaginario metropolitano di chi frequenta i bar e i club più cool e si sente confortato dall’assunzione di estratti medicali desueti come il latte di cardo. I benefici, oltre al mattino seguente, si sentirebbero anche sul lungo termine perché il corpo avrebbe di volta in volta l’occasione di elidere gli abusi del suo padrone. Che se fosse un vero salutista forse non si ubriacherebbe del tutto.