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Il Sole 24 Ore

L’Italia apre le cantine ... domani 850 aziende vinicole accoglieranno un milione di visitatori e appassionati ... Per gli organizzatori del Movimento del Turismo del Vino, ... i turisti si muoveranno in gruppo e individualmente, useranno auto, moto, bici e torpedone, ma anche i treni speciali che le Fs hanno organizzato per l’occasione in collaborazione con le sezioni periferiche del Movimento e con singole aziende (convenzioni e informazioni sono riportate sui siti www.movimentoturismovino.it e www.winenews.it). In tutto sono 850 le cantine che da Domodossola a capo Passero apriranno le proprie porte alle orde di visitatori festanti alla ricerca di cibi naturali, vini genuini e momenti di relax all’aria aperta. Un popolo di curiosi e bon vivant che — dichiara il presidente del Movimento enoturistico, Ornella Venica — "ama e rispetta il vino, che vuole conoscere da vicino questa realtà che è un insieme di economia, storia, cultura e rispetto dell’ambiente". Insomma, un fenomeno che potremmo definire delle tre "p", perchè da quando ha mosso i primi passi sotto la regia della fondatrice del Movimento, la vignaiola montalcinese Donatella Cinelli Colombini, ha coinvolto sempre più "persone, professioni e prodotti" tipici del territorio e dell’intero sistema enogastronomico italiano. Questo spiega la crescente attenzione delle imprese e delle istituzioni verso il turismo rurale, in quanto fenomeno in grado di alimentare reddito a chi lo pratica e sviluppo al sistema agricolo nel suo insieme. All’interno del quale, comunque, il vino resta il prodotto maggiormente spendibile in termini di immagine e per affermare la logica della produzione di qualità. Si calcola che il solo enoturismo raggiunga un fatturato di oltre 3.000 miliardi. "Il turismo del vino — sostiene Donatella Cinelli — è un fenomeno in forte sviluppo, che va gestito bene per potere cogliere quanto di positivo possa dare". Per esempio, "per accrescere il grado di responsabilità della gente che si avvicina al consumo di vino, ma anche per creare nuove prospettive economiche al settore, nuova occupazione e nuove professionalità che hanno a che fare con la cucina, con l’artigianato, con il turismo". Si stima che nei prossimi cinque anni l’enoturismo creerà almeno 10.000 nuovi posti di lavoro. Un esempio di nuove opportunità arriva dalla Lombardia, dove la locale sezione del Movimento ha firmato una convenzione con una rete di agenzie di viaggio che ha portato alla formulazione di un pacchetto turistico di 2 o 3 giorni, tutto compreso e l’assistenza di personale specializzato, destinato a chi intende conoscere il territorio lombardo. Naturalmente "non tutte le cantine hanno i mezzi o sono in grado di offrire le stesse opportunità al visitatore — dice Barberina Oltrona Visconti di Villa Peyrano di Albarola, Piacenza — questo significa che per la riuscita di qualsivoglia iniziativa, le aziende vinicole devono agire direttamente e con responsabilità, creando momenti culturali e collaterali al vino, senza attendere che sia la mano pubblica a creare l’evento". Il riferimento all’istituzione spinge inevitabilmente il discorso sulla questione delle strade del vino. Un organismo voluto e sostenuto dalle figure professionali che hanno a che fare con il vino e l’enoturismo. Ma per quanto siano passati tre anni dalla legge nazionale (268/99) che ha istituzionalizzato e finanziato le strade del vino, resta l’amara consolazione che una buona metà delle regioni italiane non ha ancora provveduto a trasferire quella disposizione nazionale in azione locale. Una situazione a dir poco incresciosa, che certo non va nella direzione suggerita dal mercato e che, per di più, offre il fianco alla proliferazione di "strade" che rischiano di avere un nome e un ruolo solo sulla carta. "Il rischio esiste se si lascia fare senza alcun controllo - dichiara l’assessore all’Agricoltura della Puglia, Nino Marmo, che proprio di recente ha dato il via libera alla "strada del vino e dell’olio di Castel del Monte. "Non si possono dare autorizzazioni a caso — aggiunge Marmo — ma detto questo, credo che le "strade" costituiscano l’approccio migliore per lo sviluppo dell’economia rurale, la valorizzazione dei prodotti tipici e la tutela del territorio". Un principio, questo, che condivide il presidente del Movimento Turismo del Vino, Venica. Che però non rinuncia a denunciare che in Italia di "strade del vino" "ce ne sono ormai troppe, perchè sono nate come funghi e in modo disordinato". E questo perchè la legge nazionale ha il grosso difetto di "non pianificare gli interventi dei diversi interlocutori pubblici e privati". Per questo Venica, in occasione della Settimana del vino in programma da oggi all’Enoteca Italiana di Siena, proporrà la creazione di un tavolo permanente di lavoro tra il Movimento, le Città del vino e le enoteche pubbliche.

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