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Il Sole 24 Ore

In tavola affari per 2,8 miliardi di Euro. Le festività segnano la ripresa della spesa per cibi e bevande dopo il bilancio negativo del 2000 ... Non siamo ancora al picco del Natale ’99, magico per il coincidente passaggio di secolo e di millennio, ma questo finale d’anno si preannuncia decisamente più tonico rispetto al precedente e scialbo 2000, con gli italiani che si preparano a spendere per cibi e bevande pressappoco 5.500 miliardi di lire, pari a 2,80 miliardi di euro. Con la torta divisa tra paste, carni, prodotti salati e frutta per una metà, e vini, liquori e spumanti a volontà per l’altra. Sarà un Natale all’insegna della festa di famiglia, per compensare le sciagure del mondo, dicono gli osservatori di fenomeni sociali. Con la tavola che fa da comunione, e dove l’ultima parola spetta ai dolci della tradizione, seguiti a ruota da calici di vini spumeggianti. Insomma, tra Natale e Capodanno saranno una ottantina di milioni le bottiglie che faranno il botto, vale a dire dal 60 al 65% dell’intero consumo di un anno che si aggira mediamente sui 135 milioni di pezzi, con una crescita complessiva stimata vicina al tre per cento. Che è una percentuale alta per questo prodotto “maturo”, anche se all’interno della gamma vi sono spumanti assai dinamici come il Prosecco (la produzione ormai supera abbondantemente i 30 milioni di pezzi) in grado di sopperire alla stabilità dell’Asti (circa 20 milioni le bottiglie per il mercato nazionale e 55 milioni quelle per l’export). E diversi sono anche i ritmi tra bollicine made in Italy e quelle made in Champagne: secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio del Salone del Vino sulle bottiglie più gettonate nelle enoteche, lo spumante vince la sfida con il 61% contro il 39% dello champagne. La stessa ricerca ripresa dal sito WineNews diche anche che è tutta la domanda di vino a crescere (26%) in questo momento di festività. E gli addetti ai lavori concordano, anche se evitano di sbilanciarsi sulle percentuali. “Ci stiamo avviando verso un buon fine anno, con le consegne che hanno ripreso vigore”, dichiara il presidente di Martini & Rossi di Torino, Luigi Combetto. Secondo il quale “le preoccupazioni che avevamo un po’ tutti dopo i fatti tragici che abbiamo vissuto in diretta si sono via via attenuate: oggi possiamo dire che il mercato ha ripreso a tirare abbastanza bene in Italia e qualcosa meglio nei Paesi dove noi come azienda esportiamo, in primis Stati Uniti e Gran Bretagna”. Non mancano però aree di mercato dove la crisi economica si fa ancora sentire. E’ il caso della Germania, dove i prodotti di fascia alta accusano l’aggressività dei primi prezzi e dove i nuovi consumatori scelgono vini più innovativi. Ne sanno qualcosa i produttori di Prosecco. “Il successo del Prosecco in Italia e all’estero parte da molto lontano”, dichiara il direttore generale della Carpenè Malvolti, Antonio Motteran. “Da quando i produttori si sono resi conto di avere tra le mani un prodotto che ha il pregio di essere buono e versatile, per ogni occasione”. Una tesi, questa, che condivide pienamente Gianluca Bisol dell’omonima azienda di Valdobbiadene, il cui Prosecco, unico tra gli spumanti italiani, quest’anno è entrato a fare parte della classifica mondiale dei top wine di “The wine Advocate”. E non è da meno l’esperienza che sta facendo il gruppo Santa Margherita con il suo Prosecco: “Quest’anno arriveremo a 400mila bottiglie, in crescita del 10% e il Cartizze è esaurito da settimane”, dichiara l’amministratore delegato Fabio Durante. A un tipo di prodotto che ha la fortuna di avere il vento in poppa, ne segue un altro che il successo lo ha avuto e, dopo un appannamento anche fisiologico, ora cerca la rivinciata. Il riferimento è all’Asti e ai suoi produttori più illuminati, che dopo qualche anno di stasi hanno capito che è il momento di rimettere in gioco il proprio prestigio e ricominciare a investire sulla qualità e sul marketing. E' il caso della Fratelli Gancia di Canelli (ha inventato nel 184 lo spumante classico italiano ed è tra i leader nell'Asti) che, con il timone affidato alla nuova generazione (Lamberto, Massimiliano, Edoardo), è riuscita a rivoltare come un calzino la propria organizzazione interna presentandosi sul mercato con una forza nuova e prodotti nuovi. Come l'ultimo nato a Modonovo, un Asti spumante assolutamente più delicato e fragrante rispetto al prodotto tradizionale. Come pure originale è la scelta di marketing della Fratelli Martini di lanciare in bottiglie completamente scure un Asti e un Brachetto contenenti bassi dosaggi di zucchero. Insomma il mercato cambia e le aziende si adeguano. Naturalmente puntando verso il meglio, che è l'unico modo per arrivare ad avere risultati vincenti. Di questo è assolutamente certo Giampietro Comolli, direttore della Ferrari spumante di Trento che proprio in questi giorni ha firmato un importante contratto con Lufthansa, che da gennaio servirà Ferrari nella business class dei suoi Boeing in servizio sulle rotte internazionali. Proprio un bel risultato per un marchio che certamente ha fatto molto per la qualità dello spumante made in Italy.

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