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Il Sole 24 Ore

Alleanza tra sei grandi case per rilanciare il Chianti classico ... A unirle è la stessa filosofia aziendale: produrre vini di grande qualità puntando sul legame col territorio, e dunque sul "marchio" Chianti Classico, piuttosto che su etichette scollegate dalla denominazione d'origine (come i supertuscan) o sulle "riserve". Spinte da questa strategia comune, sei delle più prestigiose aziende del Chianti - Barone Ricasoli, Castello di Ama, Castello di Fonterutoli, Fattoria La Massa, Fattoria Le Corti e Podere Il Palazzino - hanno dato vita al progetto "super Chianti Classico", con l'obiettivo di valorizzare il territorio trasformando uno dei più famosi vini italiani in un vino di eccellenza. Spiega Francesco Ricasoli, proprietario della Barone Ricasoli (15 milioni di fatturato 2002, tre milioni di bottiglie prodotte, la più grossa azienda tra le sei che fanno parte del club): «Dal punto di vista produttivo non cambia nulla: ciascuno di noi continuerà a fare i propri vini con le proprie etichette. Questo progetto punta piuttosto a comunicare e diffondere la volontà di fare del Chianti Classico il vino più importante e più rappresentativo dell'azienda, in modo che altri intraprendano questa strada». Anche se può apparire sorprendente, oggi non sono molte le aziende del Chianti che utilizzano le uve migliori per fare un Chianti Classico. L'idea di rafforzare il legame con un territorio famoso in tutto il mondo, innalzando il prestigio del suo vino più conosciuto, mira ad aumentare la trasparenza sul mercato e a creare valore aggiunto in un momento in cui, dopo aver sostanzialmente retto nel 2002, anche il segmento dei vini di qualità comincia ad accusare qualche colpo, ben visibile nella composizione degli ordini. «Prima era la bottiglia di eccellenza a trainare le vendite di quelle di livello inferiore - dice Francesco Mazzei, amministratore delegato di Castello di Fonterutoli - ora accade il contrario: prima sono richiesti i vini di prezzo più basso, a cui si aggiungono gli altri».

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