02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

Scontro aperto tra VinItaly e Fiera Milano ... Milano ha scelto la Mostra del cinema di Venezia; Verona la tappa di Monza del mondiale di F1: il braccio di ferro tutto italiano sulle fiere del vino si svolge per ora con armi mediatiche. Che sia scontro non ci sono più dubbi e solo formalmente i protagonisti sfoderano un forzato fair play. La notizia è nota: Fiera Milano, alleata con l'Uniove italiana vini in Sifa, di cui detiene il 51%, ha varato Miwine, la prima esposizione professionale dei vini e dei distillati in calendario dal 14 al 16 giugno 2004. «La nostra - dice l'ad di Fiera Milano, Piergiacomo Ferrari - sarà una manifestazione riservata al business, ai professionisti del settore. Sarà organizzata negli anni pari, alternandosi così al Vinexpo di Bordeaux, e resterà volutamente limitata: tre giorni di evento con un massimo di 500 espositori su una superficie che non supererà i 15.000 metri quadri. «La nascita di Miwine - aggiunge - è stata praticamente imposta dal marketing. Oggi il settore del vino, con l'avanzare dei produttori dei nuovi Paesi, ha assoluta necessità di internazionalizzarsi e solo una grande fiera di respiro almeno continentale può essere strumento efficace per tutelare il futuro dei produttori europei». Più esplicito Ezio Rivella, presidente dell'Uiv: «A Verona qualcuno dormiva da troppi anni - dice riferendosi al Vinitaly - adesso c'è lo stimolo di una concorrenza che non potrà che far bene al settore. C'era necessità di uscire dal provincialismo, il Vinitaly è una specie di grande fiera generalista che nel tempo ha trattato sempre peggio i suoi espositori: non ci sono alberghi, parcheggi, taxi, spazi. Adesso ha cominciato a ravvedersi ma c'è bisogno di ben altro. Con Miwine non abbiamo fatto altro che renderci interpreti di una esigenza che veniva dalla nostra base». Ad alimentare il sospetto che la ruggine non sia proprio fresca sta il fatto che gran regista dell'operazione all'interno dell'Uiv è Enzo Bolcato, già presidente e poi primo commissario straordinario proprio di Verona Fiere. E la risposta non si fa attendere. «Che il Vinitaly possa essere paragonato ad una sorta di Oktoberfest - replica Giovanni Mantovani, dg di Verona Fiere - è sgradevole, ma soprattutto per gli amici tedeschi. E' riconosciuto il nostro impegno sul fronte della professionalità e della qualità ed il Vinitaly lo testimonia. Al di là di ogni possibile concorrenza, probabilmente non fa bene all'immagine ed all'export del nostro Paese questa divisione in uno dei settori più forti del made in Italy. «Noi comunque - aggiunge Mantovani - continuiamo sulla nostra strada del servizio e della qualità con l'obiettivo di creare nel mondo una serie di punti di riferimento per il vino ed il food italiani». Primo appuntamento a Monza, per un wine tasting speciale nell'area del team Ferrari destinato a diventare un appuntamento fisso nelle varie tappe del campionato di F1. Poi Verona porterà con il marchio Vinitaly produttori ed operatori italiani a due eventi molto export oriented a Chicago e San Francisco ad ottobre, e ad un terzo, aperto anche alla mondanità, a New York in novembre. Seguiranno analoghe manifestazioni a Shanghai in dicembre, a New Dehli in gennaio; infine a Mosca e Varsavia in primavera. Il tutto con un'edizione 2004 del Vinitaly che ha già esaurito la vendita di tutti gli spazi disponibili. «Perchè mai - si chiede un imprenditore del settore che preferisce restare anonimo - le organizzazioni dei produttori devono improvvisarsi promotrici di fiere e gli enti fieristici devono specializzarsi nei servizi?» (arretrato de "Il Sole 24 Ore" del 6 settembre 2003)

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su