Il Sole 24 Ore

Chiusura d’anno positiva per le case dello spumante ma l’euro forte frena l’export ... Il buon andamento delle vendite di spumante a fine anno (Nielsen stima un +5/6%) ha portato vigore nei conti delle aziende di settore, ma anche le case vinicole più ligie al prodotto tradizionale hanno potuto beneficiare di risultati incoraggianti, tenuto conto del fatto che il 2003 è stato un anno tutt’altro che positivo.
Soddisfatto è Lamberto Vallarino Gancia, amministratore delegato dell’omonima casa spumantistica piemontese, che parla di “vendite che hanno superato ogni nostra aspettativa”, al punto che il fatturato 2003 ha sfiorato i 100 milioni di euro, in crescita di un buon 10% rispetto ai 90 dell’anno prima ... Altrettanto positivi i commenti dei titolari di alcune tra le principali aziende di prosecco, da Carpenè Malvolti a Bisol, da La Gioiosa alla Valdo di Pierluigi Bolla ... E se Giacinto Giacomini direttore generale di Cavit, sottolinea una buona performance 2003 per il consorzio, con un giro d’affari chiuso in crescita del 26% a 197 milioni di euro, un esperto di spumanti come Giampietro Comolli fa sapere che “i buoni risultati dell’anno hanno permesso di accelerare il rilancio dell’antica quanto innovativa tenuta dei Conti Giorgi di Vistarino”: 170 ettari di vigne a prevalente specializzazione di Pinot nero in Oltrepo Pavese ... Massimo Bernetti della marchigiana Umani Ronchi (10 milioni di euro con 5,1 milioni di bottiglie per il 78% all’export) segnala infatti un bilancio a pareggio con il 2002 e dice: “ Per come sta evolvendo l’economia lo considero già un buon risultato”,
Per Bernetti, la cui azienda vanta alcuni tra i più bei vini rossi d’Italia (Pelago, Cùmaro), il problema maggiore oggi è la forte rivalutazione dell’euro “che sta rischiando di mettere fuori mercato le nostre aziende sui mercati internazionali”. (arretrato de "Il Sole 24 Ore" del 10 gennaio 2003)