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Il Sole 24 Ore

La Gdo domina il mercato: detiene il 57% delle vendite ... Se in Italia fino a qualche anno fa il vino, fatta rara eccezione per qualche occasione come le festività natalizie, era di competenza delle enoteche, della ristorazione e dei negozi di specialità alimentari, adesso si sta sempre più affermando nel canale della grande distribuzione e in particolar modo in quelle di medie dimensioni. Gruppi come Esselunga, Coop e Auchan, stanno puntando sul vino in maniera massiccia e con un approccio serio e professionale, cambiando e a volte rivoluzionando drasticamente le loro politiche nei confronti di questo prodotto, con la creazione di vere e proprie enoteche all’interno dei loro punti vendita. Celle frigorifere con bottiglie di pregio pronte per il consumo, esposizione dei prodotti con moderne rastrelliere, proposte di calici, libri dedicati e accessori di ogni specie sono una bella e forte realtà, che ogni giorno attira sempre più clienti. Grazie a questa evoluzione oggi il mercato del vino, che secondo gli analisti si aggira sui 6 miliardi di euro, vede nella grande distribuzione il player principale. Dei 6 miliardi, il 57% è rappresentato, appunto, dalla grande distribuzione. Una quota destinata ancora a crescere, soprattutto da quando i grandi gruppi hanno deciso di puntare sulla qualità del servizio. La figura del sommelier o del "cavista" (cantiniere), sempre pronto a consigliare i consumatori, è ormai un dato di fatto, dimostrandosi come l’arma vincente della grande distribuzione, anche nei confronti del mondo della produzione. Non sono però tutte rose e fiori. La crisi del mercato del vino, fino a qualche tempo fa piuttosto mascherata, ora emerge e si fa sentire anche nella gdo, come dimostra il calo della battuta media di cassa. «Se lo scorso anno il mercato può essere definito come discontinuo - spiega Paolo Sartori, consigliere delegato dell’azienda veronese Casa Vinicola Sartori - che in ogni caso ci ha fatto registrare una crescita a doppia cifra, adesso la situazione sembra stagnare e il futuro si prospetta tutt’altro che roseo. Nel canale della grande distribuzione stiamo assistendo a un calo dei prezzi e il consumatore è sempre più attirato dalle varie offerte». Un dato confermato anche dagli analisti. In testa alla gondole, infatti, sono più presenti le offerte del tipo "paghi quattro bottiglie e porti via un cartone da sei". Un’operazione che fa concorrenza ai discount e agli hard discount. «I consumatori - prosegue Sartori - sono sempre più attratti dai primi prezzi, questo conferma il calo della battuta media. Il vino è uno dei quei prodotti civetta che servono per attirare la clientela». Questo tipo di operazioni stanno anche innescando nuovi comportamenti d’acquisto da parte del consumatore. Uno di questi, forse il più evidente, è l’infedeltà nei confronti del punto di vendita consueto, a favore di chi in quel momento propone un’offerta commerciale più vantaggiosa. «Quello che sta accadendo nel mercato del vino - conclude Sartori - va considerato in parte come la logica conseguenza dei comportamenti del passato. Fino a poco tempo fa il mercato andava a gonfie vele e tutti ne hanno approfittato. Ora si stanno pagando gli errori commessi». Altro fattore che emerge nel canale della grande distribuzione, soprattutto in un momento difficile come questo e che non va trascurato, è la costante crescita dell’offerta di prodotti a private label. Tale politica consente ampi margini di manovra e ricavi da parte degli operatori. Le variazioni di prezzo dello stesso prodotto presente nelle varie catene della grande distribuzione sono minime e il consumatore attento non si fa certo sorprendere. Il vino a private label non consente termini di paragone di prezzo, in quanto è presente solo in una catena. Viene, perciò, a cadere ogni forma di concorrenza. Si tratta di una politica in forte espansione che, in breve tempo, potrebbe dare corso a una seconda rivoluzione al mercato del vino nella grande distribuzione. Una politica, tra l’altro, ben vista anche dal mondo delle aziende e delle cantine sociali che trovano un modo indolore per svuotare le vasche.


I numeri

La Gdo è diventato il canale di vendita principale per il vino in Italia: 57% del valore (pari a oltre 3,4 miliardi) e 53% in volume. Aumenta ogni anno la quota di vendite di vini di pregio (+6% in valore nel 2002). Passa dalle enoteche il 14,4% delle vendite: se ci si riferisce solo a vini con prezzo superiore a 25 euro la quota di enoteche e wine bar sale al 36,3%. Per i wine bar si stima un fatturato annuo di 300 milioni.

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