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Il Sole 24 Ore

La Caviro si allea con Val d’Orbieau ... Italia e Francia alleate nel vino. Un accordo strategico è stato infatti firmato ieri a Bruxelles da due delle più importanti realtà vinicole dei due Paesi. Si tratta del consorzio Caviro di Faenza (Ravenna), maggiore produttore italiano con 221 milioni di euro di fatturato, e il gruppo cooperativo Val d’Orbieau, numero due d’Oltralpe con affari per 350 milioni. Obiettivo della partnership, firmata dai rispettivi presidenti Secondo Ricci e Joël Castany, è l’ottimizzazione dei processi industriali, lo sviluppo di sinergie negli acquisti di materie prime, la promozione delle attività di R&S e il coordinamento di azioni di lobby da «fare nelle sedi più opportune». «Vogliamo anche - ha dichiarato il dg di Caviro, Sergio Dagnino - promuovere iniziative commerciali comuni sui mercati esteri, dove la competizione dei nuovi Paesi produttori si sta facendo sempre più spavalda, approfittando anche della debolezza strutturale che condiziona le nostre viticolture. Con questo accordo riteniamo di avere messo le basi per una forte e ulteriore crescita futura». È la prima volta che tra Italia e Francia si arrivi a una intesa di questo tipo, peraltro da parte di network attivi nella fornitura di vini a basso prezzo. Vale a dire prodotti facilmente accessibili sugli scaffali delle catene della grande distribuzione. Caviro, con un retroterra di 20mila viticoltori e 40 cooperative presenti in 8 regioni italiane e 350 dipendenti, è il leader italiano in questi tipi vini. Tra i marchi più diffusi in portafoglio figura Tavernello, il vino in tetra-brik che con 100 milioni di litri è il più venduto in Italia. Altrettanto articolata è la realtà Val d’Orbieau: fondata nel 1969 da soli 7 vigneron del Midi, oggi al consorzio fanno capo 15 cooperative con 135 cantine di produzione e 645 dipendenti per un toale di 232 milioni di bottiglie commercializzate in bagin-box, ma anche in confezioni di vetro. Il presidente di Val d’Orbieau, Castany, grande sostenitore oggi di questo accordo, era stato alla fine degli anni 70 tra i più accesi fautori del blocco alle importazioni di vino made in Italy attuato con assalti alle navi italiane alla fonda nel porto di Sete. (arretrato de "Il Sole 24 Ore" del 6 maggio 2004)

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