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Il Sole 24 Ore

Una cantina per dare slancio all’Irpinia ... Un «centro polivalente di cultura», con il vino che recita il ruolo del protagonista. Ruolo che i vini della Feudi di San Gregorio di Sorbo Serpico, in provincia di Avellino, hanno dimostrato di possedere sin dalla loro comparsa sul mercato, nei primi anni 90. Ora, però, per la proprietà Capaldo-Ercolino arriva la parte più impegnativa. A cominciare da quella finanziaria, che ha necessitato il varo di un nuovo piano di investimenti per il quinquennio 2004-2008 valutato in alcune decine di milioni e che segue uno precedente appena terminato che ha richiesto uno sforzo robusto, nell’ordine dei 25 milioni di euro. «Tutti investimenti che ci hanno permesso di crescere e ci permettono di pianificare il nostro sviluppo futuro», spiega Pellegrino Capaldo, azionista di riferimento e presidente dell’azienda. La fase che si accinge ad affrontare la casa vinicola Feudi di San Gregorio è, dunque, impegnativa. Ma anche delicata, perchè ora più che mai l’azienda non potrà più contare sull’effetto novità, nè potrà dare per scontata la riconferma dei buoni giudizi finora ricevuti da guide e consumatori. I quali, c’è da supporre, pretenderanno come e più di prima da un’azienda che, con 250 ettari di vigneti, tre milioni di bottiglie, 21 milioni di fatturato e 5 milioni di cash flow (dati forniti dall’azienda), ha fatto capire di volere andare molto lontano. A Sorbo Serpico, un migliaio di anime nel cuore più verde dell’Irpinia, gli artefici del primo successo della Feudi sanno infatti bene che, per quanto le condizioni del mercato non offrano più di tanto, questo non è il momento di fermarsi ad amministrare quello che si ha. Anzi, è opportuno agire e passare al secondo atto. Per farlo, la proprietà si è preparata all’appuntamento nel più classico dei modi. E cioè aprendo il sipario sulla nuova cantina, ormai alle ultime battute: un impianto da 15mila metri quadrati che, visto dall’esterno, non concede nulla all’aspetto del tradizionale enopolio. La costruzione realizzata con materiali di vetro, cemento e acciaio su disegno dall’architetto giapponese Hikaru Mori, richiama infatti parecchio le linee razionali dei palazzi per uffici delle grandi città. Solo che questo di Sorbo Serpico si trova sul crinale di una collina dell’Irpinia, per cui se si escludono i piani della parte superiore, il corpo principale dell’impianto è distribuito su più livelli ed è stato ottenuto rubando spazi alla collina. Anche gli interni, affidati ai designer italo-americani Lella e Massimo Vignelli, non sono da meno in fatto di efficienza: la lavorazione delle uve avviene per caduta naturale, con l’area dell’affinamento del vino in barrique (ce ne sono quasi 5mila) posta nella parte inferiore. Non è tutto; soprattutto non è solo vino. Ercolino, che poi è l’anima vera della Feudi, parla di «centro polivalente di cultura». Non ha torto, poichè l’obiettivo che la proprietà si è posto con il nuovo piano quinquennale è di dare vita ad attività collaterali (il ristorante Marennà, il centro accoglienza, la sala lettura), nonchè a eventi teatrali e concertistici da tenersi in un ambiente arredato con elementi ricavati dalle cantine. Tutte iniziative che daranno spessore culturale al "centro", ma dove «il vino - commenta Pellegrino Capaldo - è la parte essenziale di quella cultura del territorio che anche il Sud ha e deve sapere esprimere con il massimo dell’impegno».

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