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Il Sole 24 Ore

Gancia firma i vini di Sicilia Accordi in Russia e Giappone. Si rafforza il progetto diversificazione ... Gancia approda in Sicilia e investe nel vino, mentre conferma il proprio impegno nello spumante dando un colpo di accelerazione sui mercati esteri, firmando accordi di distribuzione in Russia e Giappone. Il triplice investimento arriva alla vigilia del lancio del progetto "Cantina Gancia" destinato a coprire le forniture esclusive al canale dei pubblici esercizi. Seguendo un tracciato già segnato da altre aziende del Nord, anche la storica azienda piemontese arriva dunque nella terra del nero d’Avola, dell’Ansonica e del Marsala. In realtà si tratta di un ritorno, poichè già sul finire dell’800 gli avi dell’attuale quinta generazione generazione (Lamberto, Edoardo e Massimiliano Gancia) alla guida dell’azienda, diponenvano di importanti interessi nell’isola. Solo che ora l’impegno non va alle "basi" per spumanti o per vermuth, ma ai bianchi e rossi ottenuti da uve autoctone o di taglio internazionale. L’approdo è stato possibile dopo un accordo tra l’amministratore delegato dell’azienda, Lamberto Gancia, e un gruppo di vignaioli trapanesi, dai quali ha rilevato la gestione di una cinquantina di ettari di vigneti in contrada Castellazzo, nel Trapanese. Da quell’accordo è nato il programma "Capocroce" che comprende il lancio di una prima serie di quattro vini, tre rossi e un bianco Igt, destinati a un consumatore di fascia medio-alta. «Con la Sicilia - spiega l’a.d. Gancia - completiamo un piano di investimenti nel canale del vino che comprende l’area Sud, rappresentata dall’Azienda Rivera di Andria, in Puglia, e ora da Capocroce, in Sicilia, e l’area Nord con le Tenute dei Vallarino di Bricco Asinari e Ragazzi». In tutto un milione di bottiglie rispetto a 20 milioni di spumante prodotto e distribuito da casa Gancia in Italia e nel mondo. Ed è infatti proprio lo spumante nel suo insieme il prodotto su cui l’azienda di Canelli sta puntando per crescere sui mercati internazionali, da dove arriva il 20% del proprio fatturato: 100 milioni di euro nel 2003. L’opportunità di crescita arriva appunto con i due accordi di commercializzazione con la società Lagoda di San Pietroburgo e la giapponese Asahi, maggiore produttore di birra in Giappone. Con questi accordi, dichiarano a Canelli, «si apre una nuova pagina nella storia di Gancia e che permettera ai nostri prodotti, compresi i prodotti a marchio Conte di Cavour rilevati pochi mesi, di entrare stabilmente sia sul mercato russo che su quello del Sol Levante, peralto molto ricettivi in questo momento alla tavola made in Italy.

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