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Il Sole 24 Ore

«Pressioni contro Fiera Milano». Sotto accusa Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte Il caso delle manifestazioni del vino ... È polemica aperta tra le grandi fiere del Nord. L'amministratore delegato di Fiera Milano Spa, Piergiacomo Ferrari, nel corso di un convegno sul sistema fieristico lombardo, ieri ha accusato le Regioni «Emilia Romagna, Veneto e Piemonte» di «usare armi improprie per influenzare» o addirittura «fare pressioni sulle imprese e sugli organizzatori fieristici affinché disertino le manifestazioni milanesi». La risposta degli interessati è altrettanto esplicita. Ferrari cita due esempi specifici, che riguardano il settore vitivinicolo: «Nel caso del MiWine (la cui prima edizione si è svolta alla Fiera di Milano nel giugno del 2004, ndr) i produttori veneti hanno subìto pressioni dalla Regione per non esporre a Milano. La Regione Piemonte invece ha deciso di sostenere finanziariamente (il contributo si aggira sui 2,7 milioni di euro, ndr) gli organizzatori del Salone del Vino di Torino».

Secondo Ferrari queste «guerre di campanile» indeboliscono il sistema fieristico italiano, che invece dovrebbe agire in un'ottica di sistema per promuovere nel mondo il made in Italy e lo stile di vita italiano. Le pressioni anti-milanesi, aggiunge Ferrari, si sono intensificate di recente, «da quando cioè è iniziato a materializzarsi» il fantasma di Rho-Pero, il maxi-polo esterno di Fiera Milano che entrerà in funzione tra pochi mesi (ieri al convegno della Camera di commercio il presidente Roberto Formigoni ha confermato che il polo esterno sarà inaugurato il 2 aprile 2005). Insomma, la grande fiera di Milano sembra spaventare perché minaccia gli spazi di manovra di altri Enti espositivi: «Viceversa - aggiunge Ferrari - un grande polo espositivo a livello mondiale, come sarà quello di Milano, trascina al successo tutto il sistema fieristico nazionale».

Interpellati dal Sole-24 Ore, gli assessori delle Giunte regionali chiamate in causa da Ferrari non solo respingono le accuse ma partono al contrattacco, sostenendo tutti la legittimità di conservare, nei rispettivi quartieri fieristici, le specializzazioni di ciascuna area. «Non è corretto - dice Duccio Campagnoli, assessore alle Attività produttive dell'Emilia Romagna - far passare come "pressioni" una legittima difesa di rassegne radicate sul territorio e che sono espressione di sistemi produttivi locali molto forti. Rassegne che invece Fiera Milano cerca solo di asportare». Campagnoli si riferisce ai saloni dell'edilizia di Bologna (Saie, Cersaie, Saiedue) sui quali Milano da tempo avrebbe posto gli occhi.

«La nostra politica - aggiunge Campagnoli - è quella di garantire lo sviluppo plurimo del sistema fieristico, non di concentrare tutte le attività in un solo polo, perché in questo caso il gioco sarebbe a somma zero».

«Figuriamoci - aggiunge Giancarlo Conta, assessore all'Agricoltura della Regione Veneto - se noi facciamo pressioni sulle imprese: gli espositori sono liberi di andare dove vogliono. Inoltre il VinItaly di Verona ha una forza tale da non doversi preoccupare del MiWine. Forse Ferrari parla così perché il MiWine non ha ottenuto i risultati sperati». E Ugo Cavallera, assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte, aggiunge: «La Regione, che giustamente si preoccupa di promuovere la filiera vitivinicola, ha acquisito una compartecipazione (al 50%) nel marchio Salone del Vino di Torino. Non esiste alcuna interferenza con l'attività organizzativa e non c'è ostilità con Milano. Anzi: è molto probabile che i due saloni si alternino, con il Salone del Vino di Torino organizzato negli anni dispari e il MiWine di Milano negli anni pari».
Da segnalare infine che ieri in Borsa il titolo di Fiera Milano Spa ha raggiunto il massimo storico superando per la prima volta quota 10 euro: chiusura a 10,025 (+4,28%).

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