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Il Sole 24 Ore

Più rossi e bianchi sulle tavole straniere. Aperto il VinItaly a Verona: l'export cresce del 5% nel 2004 Alemanno: « Settore strategico » Polemica sugli spot anti alcool ... L'export di vino torna a crescere. L'anno scorso le vendite hanno superato 2,8 miliardi di euro, con un aumento del 5% in valore e del 6% in quantità. Tra gli stand del VinItaly di Verona si scommette su un altro anno di crescita all'estero, ma qualche difficoltà potrebbe arrivare sul mercato interno. La causa? Una campagna di pubblicità contro il vino. Un « provvedimento che sa di proibizionismo » , che va « contro gli interessi del Paese e contraddice la cultura che gli italiani hanno del vino » . E questo, proprio quando il mercato prova a ingranare la marcia della ripresa. È l'opinione del ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno sulla campagna pubblicitaria programmata anche sulle reti televisive dal 21 aprile. L'ha spiegata agli imprenditori intervenuti all'inaugurazione del Salone internazionale del VinItaly e, naturalmente, li ha trovati d'accordo. Il committente di quella campagna è il ministero della Salute, e a scegliere il messaggio è stato il ministro Girolamo Sirchia. Che pure era atteso al salone, ma che impegni dell'ultimo momento l'hanno tenuto bloccato nella capitale. Ma nel tardo pomeriggio, Alemanno ha spiegato: « Ho ricevuto una telefonata dal ministro Sirchia che mi ha chiarito che la campagna sul consumo di alcolici, che sarà lanciata il 21 aprile, riguarda esclusivamente la lotta al consumo di alcool per i minori di 16 anni. L'opuscolo che era stato pubblicato sul sito Internet del Governo, e poi eliminato per l'intervento del Mipaf, è una pubblicazione dell'Istituto superiore di Sanità, che risale a un anno fa, e che nulla ha a che fare con la campagna del ministero della Salute » . Alemanno ha aggiunto: « Posso garantire a tutti i produttori che non ci sarà nessuna campagna proibizionista contro il consumo del vino e di alcol » . Il settore è strategico per l'intera filiera agroalimentare made in Italy. Talmente strategico da spingere l'Ice - lo ha detto il suo presidente Beniamino Quintieri - a spendere 24 milioni di euro per promuoverlo nel mondo. Il risultato? « Assolutamente positivo » , è il commento di Alemanno che ha sottolineato come nel 2004 l'export di vino abbia toccato quota 14,1 milioni di ettolitri con 2,85 miliardi di euro. La bilancia commerciale si è così chiusa con un saldo positivo per l'Italia di 12 milioni di ettolitri e 2,6 miliardi di euro. Tanto basta - secondo il ministro - a spiegare la scelta di puntare sul vino come prodotto trainante dell'agroalimentare; e inserire nel decreto sulla competitività una spesa di 50 milioni per promuovere la tavola made in Italy. Promozione necessaria, visto che metà delle vendite all'estero sono su due mercati: Usa e Germania. Mentre la " nemica" Francia vale meno del 3% del mercato estero.
Di più. Alemanno ha anche detto che in questo momento è opportuno aiutare le imprese e che l'aiuto può venire anche dal taglio delle aliquote fiscali. Il ministro ha voluto così dare una risposta positiva alla proposta di Gianni Zonin, avallata dall'Uiv, su un taglio dell'Iva dall'attuale 10% al 4%, al livello di tutti i prodotti agricoli. Ma c'è un'altra questione che sta a cuore all'Italia del vino. È il problema del riconoscimento e della difesa delle denominazioni d'origine, una questione che incontra ancora molte difficoltà nelle trattative a livello di Wto. Ma questa è una storia che dovrà essere chiarita ancora prima a livello Ue.

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