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Il Sole 24 Ore

Nubi su Montalcino ... Nubi a Montalcino. Con le bottiglie del famoso vino che fanno bella mostra sugli scaffali dei discount tedeschi, e con un nome blasonato come Jacopo Biondi Santi che, a sorpresa, ha deciso di uscire dall'azienda che porta il suo nome. E questo proprio quando dagli Stati Uniti arrivano notizie confortanti sullo stato di salute del vino italiano: nel 2005 l'export ha per la prima volta superato il miliardo di dollari (1.080), con una crescita che l'Ice quantifica nell'11,4 per cento.

Per i vignaioli di Brunello, invece, il momento non è certo dei migliori. Anzi, la situazione di malessere che da mesi veniva avvertita da buona parte dei 200 imbottigliatori, è scoppiata fragorosa alla notizia che una partita di 100mila bottiglie di Brunello è stata venduta nei giorni scorsi a 8 euro al gigante tedesco del discount, Aldi. L'operazione è del tutto legittima e anche il venditore ci ha guadagnato, osservano i bene informati. Quel che colpisce è sapere che quelle bottiglie presumibilmente andranno sullo scaffale a 12-13 euro, quando in un qualunque supermercato nazionale di Brunello a meno di 25 euro non lo trovi manco a svenarti. Per non parlare del prezzo al ristorante. Allora qual è il problema?

La risposta è arrivata da sola ieri, a conclusione di un'animata assemblea dei produttori del Consorzio di tutela del Brunello. L'incontro, che doveva essere a porte chiuse, ha visto gli associati più franchi che mai affermare senza tanti preamboli che anche per il Brunello i tempi della "grandeur" sono passati, come quando il vino veniva tutto prenotato sin dall'imbottigliamento, oppure quando magnati internazionali facevano a gara per accaparrarsi tenute e casolari: l'ultima operazione di rilievo risale al 2003 con l'arrivo di Richard Parsons di Time Warner.

Ora la situazione è molto diversa, anche se tutto sommato non è venuta meno la fiducia per tempi migliori. Che, interpretando l'abbandono dell'ad Jacopo Biondi Santi dall'azienda che porta il suo nome, si direbbe non sono dietro l'angolo. La notizia, anticipata come rumors dal sito WineNews e stata confermata al Sole-24Ore dal padre Franco, secondo il quale la scelta risponde alla volontà del figlio Jacopo di occuparsi della tenuta di Montepò, a Scansano. Ipotesi più che ragionevole; ma vista l'età del signor Franco (84 anni), inevitabili i mormorii su un possibile passaggio di mano su quella che è stata l'azienda e la marca che nel 1888 ha dato il via al fenomeno Brunello.

Ma se questo è un problema della famiglia Biondi Santi, a Montalcino però sono in tanti a chiedersi quale sarà il futuro del prestigioso vino. Se lo sono chiesto con insistenza i produttori del Consorzio, che per sapere di più ha deciso di affidare all'Università di Siena il compito di studiare la questione, e capire se è il caso di avere accanto al famoso Brunello prodotto in 6,5 milioni di bottiglie, il Rosso di Montalcino: una denominazione che doveva permettere alle aziende di fare cassa più velocemente, ma che non sembra dare i risultati attesi.

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