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Il Sole 24 Ore

Accise e Disfunzioni - Russi senza vino per colpa dei burocrati. Quasi sparite le bottiglie di importazione: mancano le nuove marche obbligatori dal 1 luglio ... La stagione estiva in Russia è anche quella delle nozze, ma le giovani coppie che preparano il tradizionale ricevimento si sono trovate nelle ultime settimane di fronte a sgradita sorpresa. Nei ristoranti, negozi e supermarket moscoviti, i vini di importazione sono quasi spariti e si è scatenata la caccia alle poche bottiglie di qualità che sono rimaste. La colpa è anche questa volta dei soliti burocrati russi, che fanno le leggi ma poi non sanno applicarle. Dal 1 luglio sono entrate infatti in vigore le nuove marche d’accisa sulle bottiglie, che devono sostituire quelle vecchie come mezzo di controllo sul contrabbando e le falsificazioni.

Il problema è che non vi sono abbastanza nuove marche e finora, secondo le dogane russe, solo 70 importatori su 126 legalizzati, hanno potuto istallare le macchine per applicare le marche sulle bottiglie. In breve, una semplice operazione di cambio ha provocato una crisi improvvisa del settore e molti piccoli importatori sono sull’orlo del fallimento. Questo tenendo conto che il mercato del vino in Russia è valutato oggi a circa 2,4 milioni di dollari (Businness Analitica) in prezzi finali al consumatore e oltre il 70% è costituito da vini importati. Il governo ha dovuto correre ai ripari e il 30 giugno un decreto in extremis del primo ministro Mikhail Fradkov ha concesso agli importatori fino al 31 dicembre per effettuare il cambio delle marche. Questo risolve solo parzialmente il problema, perché tutti devono in ogni caso fornire un inventario delle vecchie e nuove bottiglie alla data di fine giugno, e le vecchie marche rimangono ormai illegali. In sostanza, sul mercato del vino regnerà una certa confusione probabilmente fino all’autunno, poiché l’affare delle nuove marche viene ad aggiungersi al bando ufficiale di appena qualche mese fa dei vini moldavi e georgiani di bassa qualità o contraffatti, che tutti insieme coprivano nel 2005 il 53% del mercato russo in valore e quasi il 60% in qualità. Ciò aveva sferrato un primo duro colpo agli importatori. Di questa nuova situazione stanno avvantaggiandosi nella fascia medio-alta i vini francesi, italiani e spagnoli, e in quella medio-bassa i vini bulgari, cileni e argentini. La combinazione dei vini latino-americani supera in Russia la quota dell’Italia. Quest’ultima però sta riprendendosi e nel 2005, nei soli vini, spumanti esclusi, l’Italia ha aumentato di quasi il 50% le forniture.

Risalendo al 4,1% del mercato russo di importazione, dopo Moldavia, Georgia, Francia, Bulgaria e Spagna. In effetti la crescita italiana è stata molto superiore a quella media delle importazioni di vino in Russia. I dati Istat per il 2005 indicano un aumento del 28,3% del nostro export, fino a 85,4 milioni di euro, che salgono a circa 150 milioni se aggiungiamo i vermut e gli spumanti. Così le previsioni minime per il 2006 sono di un aumento a 100 milioni di euro per i soli vini. Uno stimolo della nostra vitalità è che l’anno scorso, secondo i dati russi, l’Italia ha superato la Francia come primo Paese fornitore in Russia di vini spumanti (17,2 milioni di dollari contro 14,4 milioni) e una crescita del 38,5% in valore contro il 9% dei transalpini. Anche nei liquori dolci, pur rimanendo ben indietro al Bailey’s irlandese, l’Italia a scavalcato la Francia aumentando a 4 milioni di dollari le forniture. Nello stesso tempo l’Italia mantiene il predominio assoluto nei vermut, con il 92% delle esportazioni in Russia (+20% sul 2004).
Infine, malgrado il mercato del vino aumenti del 25-30% all’anno, i russi rimangono dei fortissimi consumatori di superalcolici e nel 2005 le importazioni sono raddoppiate a 619 milioni di dollari. Sono cresciute non solo le importazioni di wiskey (33%), ma soprattutto quelle di vodka, quasi triplicate oltre i 5,7 milioni di decalitri. E’ calata invece del 2% la produzione di vodka russa, anche per le nuove tasse sull’alcol, mentre sono aumentati i consumi di vodka ucraina, e nella fascia alta, di quella finlandese e svedese. (arretrato de Il Sole 24 Ore dell'11 luglio 2006)

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