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Il Sole 24 Ore

Che sia l’anno del vermentino? ... Di che colore si tingerà l’estate 2006? Prima il rosso servito freddo, poi il rosa hanno trionfato, negli anni passati, sulle tavole dei locali di mare, di lago e di montagna, proprio durante i mesi caldi, una svolta decisa rispetto al passato, quando a giugno, luglio e agosto i vini bianchi la facevano da padroni assoluti. Chi mai osava ordinare un rosso con un piatto di pesce? Dopo questa parentesi rosa-rosso dove le bollicine e i vini fermi rosè o rosati che dir si voglia, e i poco tannici rossi freddi hanno diviso le scelte dei consumatori, il 2006 sembra volgere all’insegna di un ritorno del bianco.
Che sia l’anno del Vermentino? Potrebbe anche essere, certo è che la conoscenza di questo vitigno “nostrano” è notevolmente cresciuta, così come il numero dei produttori, ma soprattutto il livello qualitativo. È un vitigno questo arrivato, sembra dalla Spagna o dal Medio Oriente, via Francia, addirittura intorno al 1300, che ha trovato “casa” in territori costieri, dunque con vicinanza al mare: alcune arre della Sardegna, in primis la Gallura, la Liguria, in primis i colli di Luni, ma anche a Castelnuovo di Magra e Ortonovo, quindi da Bolgheri verso la Maremma Grossetana, infine anche nell’isola d’Elba.
Un vino dunque mediterraneo. Terrori diversi che lo caratterizzano in maniera marcata offrendo sfumature variegate che possono dar vita a modalità di accostamento molteplici. Si tratta in ogni caso di un vino molto versatile, forse questa è la chiave del suo successo, soprattutto ora che diversi vini durante lo stesso pasto segnano il passo. Senza assegnare medaglie al merito, una menzione tocca al vermentino di Gallura che, dopo anni di gavetta, ha preso il volo non perché in estate l’isola e la Costa Smeralda, in particolare, vengono prese d’assalto dai vacanzieri, pronti a lasciarsi andare, nelle serate mondate, trascinati da un bianco fresco e avvolgente, ma perché sono state messe sul mercato etichette di qualità, alcune delle quali con un prezzo davvero interessante. Quali il Canayli della cantina sociale di Gallura. Un vino a cui ha fatto seguito quest’anno il più corposo Genesi, ambedue creature di Dino Addis. Una strada al successo aperta nel tempo, comunque dalla cantina Capichera di Arzachena, con varie etichette (Capichera, Vign’ngena, Vendemmia Tardiva).
Negli ultimi anni poi altre aziende hanno prodotto eccellenti vermentini: P. Depperu con Ruinas, Costamolino di Argiolas e inoltre la novità 2006: le poche bottiglie per ora, circa 7-8 mila di “Matteu” dell’azienda Altacutena (Porto Cervo) di Sebastiano Ragnedda. Un bianco dai riflessi verdognoli, dal sapore salmastro marino, con un retrogusto di miele, con leggeri sentori erbacei. Più intense sono le note floreali e fruttate dei bianchi Vermentino dei Colli di Luni, un territorio di confine tra la Liguria e la Toscana, assai noto pure come sito archeologico. Tra le etichette da assaggiare le diverse (sarticola e costa marina) del produttore Lambruschi, il vermentino dell’azienda Giacomelli, il Sarticola dell’azienda vinicola Baia del Sole Federici, il Colli di Luni Corsano Terenzuola. Così come nella riviera ligure di Ponente il Vermentino della Cascina delle Terre rosse e il golfo del Tigullio vigna Erta di Bisson. In Maremma, in particolare, si può assaggiare un vermentino particolare dell’azienda Massa Vecchia che produce con metodologia biodinamica o il classico Bolgheri Antinori, e ancora all’isola d’Elba il vermentino dell’azienda Acquabona. (arretrato de Il Sole 24 ore del 6 agosto 2006). Autore: Davide Paolini

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