02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

“È l’aggiornamento a fare la differenza” ... Il suo sogno è una Borsa dei futures del vino, una piattaforma di scambi su Internet. Per realizzarla Alberto Cristofori, un’esperienza di oltre cinque anni come trader alla Detusche Bank, ha fondato nel 2000 WineTip, insieme agli amici Federico Pedrazzi, esperto di auditing, e Mako Onfermann, ingegnere tedesco. “Ma i tempi - spiega - non erano ancora maturi e non lo sono neanche oggi, così l’abbiamo riposto nel cassetto e ci siamo convertiti al commercio del vino in tutte le sue forme”. Finanziata nella fase iniziale da Wisequity, un fondo di investimenti promosso da Fineco Sgr e sponsorizzato da De Agostini, oggi la società è interamente di proprietà dei fondatori. Il commercio del vino è per loro un’attività a 360 gradi. E Cristofori non ha abbandonato del tutto il mondo della finanza: due anni fa, insieme ai soci, ha fondato Wininv, una sorta di fondo di investimento, in attesa di crearne uno vero e proprio. Qui veste i panni del gestore che consiglia la strategia d’investimento adeguata.
“Il nostro cliente privato medio - afferma Cristofori - ha una buona disponibilità finanziaria, è un piccolo imprenditore o un libero professionista. A muovere questo tipo di investimenti è la passione. Investire in vino è molto redditizio, ma non facile. Si opera in un mercato in cui non c’è trasparenza di prezzo, bisogna saper riconoscere qual è quello buono. Chi ne sa tanto guadagna bene, chi invece non ha molte conoscenze deve rivolge si agli addetti ai lavori”.
L’en primeur in Italia avanza a fatica e rappresenta solo il 5% del fatturato di WineTip. “È un problema culturale: in un mondo in cui si paga a rate, questo è un sistema che viaggia in controtendenza, presuppone un pagamento prima di vedere il prodotto”. Cresce poi l’interesse per il vino di casa nostra: “Fino a dieci anni fa si investiva solo in Bordeaux, oggi i prodotti francesi rappresentano il 90% degli investimenti e avanza l’Italia”. Fanno gola agli esperti non solo il Pinot nero di Domaine de la Romanée Conti del 2003, che vale fino a un massimo di 4mila euro, ma anche il Barolo Confortino di tutte le annate, “in particolare il 1990” e il barolo di Bruno Giocosa nelle annate 2000 e 2001.
E a chi guarda con interesse a questa forma di investimento Cristofori consiglia l’aggiornamento continuo, utilizzando Internet come fonte per comparare i prezzi. “E poi - conclude è sempre valida la massima di Gianni Agnelli: investite in vino, male che vada si può sempre bere”.
(arretrato de Il Sole 24 Ore dell'11 settembre 2006)

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su