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Il Sole 24 Ore

Gianni da solo alla guida di Zonin ... “In Italia sono tanti i vignaioli che producono ottimi vini, ma in quantità modeste. La missione della nostra azienda, invece, è di fare prodotti di alta qualità destinati a un numero sempre maggiore di consumatori”. Così parlava Gianni Zonin, 68 anni, presidente dell’omonimo gruppo vinicolo di Gambellara, all’indomani dell’acquisto della tenuta Ca’Anfora, azienda agricola di un centinaio di ettari a metà strada tra Aquileia e Cervignano. Era il 1991 e con quell’operazione l’imprenditore vicentino da un lato concentrava due aziende già di proprietà della famiglia (Ca’ Bolani e Ca’ Vescovo) per farne il vigneto privato più esteso del Friuli Venezia Giulia e, dall’altro aggiungeva un nuovo tassello al progetto di sviluppo fondiario che aveva pianificato una decina di anni prima.
Non solo, ma avviava un sostanziale cambio di strategia industriale che, in pochi anni, avrebbe fatto dell’azienda, allora numero uno nella vendita di vino in bottiglie con tappo a vite, uno dei principali protagonisti dell’enologia di qualità made in Italy. Un gruppo con tenute agricole in sette regioni con 1.700 ettari di vigneti, strutture di vinificazione in proprio, 550 dipendenti e 25 milioni di bottiglie distribuite nel canale tradizionale e Gdo con il marchio “Zonin” e nella ristorazione ed enoteche con il marchio “Gianni Zonin Vineyards”.
Quindici anni dopo quel cambio di strategia, Zonin oggi si trova a gestire una nuova e delicata sfida che coincide con l’uscita dalla proprietà del fratello Gaetano e con l’inserimento in azienda con incarichi di responsabilità dei figli Domenico e Francesco (un terzo, Michele, ha scelto la libera professione in un grande studio legale di Milano), che rappresentano la settima generazione da quando l’azienda familiare è stata fondata nel 1821.
Azienda familiare? “Per ora è così, ma non mettiamo limite alla provvidenza”, precisa il presidente Zonin. Che comunque non esclude che in futuro ci possano essere opportunità tali da giustificare l’accesso al mercato dei capitali. “Solo che questa eventualità - precisa l’imprenditore da dieci anni presidente anche della Banca Popolare di Vicenza - non potrà consistere nel semplice acquisto di vigneti. La situazione sarà diversa se l’investimento riguarderà un marchio prestigioso. In quel caso la Borsa sarebbe la scelta giusta”.
Intanto Gianni Zonin ha concordato l’uscita del fratello minore Gaetano (gli altri due sono il vice presidente Giuseppe, che mantiene una quota azionaria simbolica, e Silvano che si occupa dell’area viticola ma non ha partecipazioni nel capitale), liquidato con la tenuta toscana il Palagio di 300 ettari, di cui 100 di vigneti arrampicati sulle colline di San Gimignano.
L’occasione ha spinto il presidente del gruppo ad attuare una profonda riorganizzazione della struttura produttiva e commerciale, dando piena autonomia ai top manager e aprendo la stanza dei bottoni ai figli Domenico e Francesco, già inseriti nella macchina aziendale. Domenico, 32 anni, laureato in legge alla Cattolica di Milano ed enologia a Bordeaux con tirocinio da Gallo e Seagram in Usa e da Chateaux Lafìte-Rothschild in Francia, è entrato a fare parte della direzione tecnica, affiancando il responsabile della produzione Franco Giacosa, winemaker di livello internazionale e autore di grandi vini firmati prima per i siciliani della Corvo Duca di Salaparuta e da una decina d’anni per il gruppo vicentino.
Compiti commerciali, invece, per Francesco (31 anni) che dopo la laurea in Economia alla Bocconi ha fatto esperienze in aziende americane, occupandosi anche delle vendite della tenuta americana di Barboursville, in Virginia, che la famiglia possiede da 30 anni e che proprio di nei mesi scorsi ha lanciato un nuovo vino rosso (“Octagon”).
Ed è proprio l’area delle vendite quella su cui più si è concentrata l’attenzione del presidente del gruppo. Dalla creazione di due reti ben distinte - il mercato Italia affidato a Massimo Benettello e i mercati esteri a Massimo Tuzzi -, tutta l’attività commerciale ha tratto forti vantaggi. “Le vendite 2006 - dice Gianni Zonin - in Italia evidenziano un trend decisamente più vivace rispetto agli indici degli ultimi due anni e una crescita stimata intorno al 5%”.
Ancora migliori i risultati dell’export (intorno al +20%) con una previsione per fine anno vicina ai 30 milioni, su un fatturato complessivo che da 70 milioni del 2005 dovrebbe arrivare a 75 milioni. L’ottima performance sui mercati internazionali viene spiegata con la nuova organizzazione commerciale estera, che ha portato alla formazione di due nuove società: Zonin Usa con sede a Charlotteville, in Virginia e Zonin Uk a Londra. Un esempio che preso verrà replicato in altri importanti mercati.
(arretrato de Il Sole 24 Ore del 17 settembre 2006) 

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