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Il Sole 24 Ore

Il filare fa spettacolo ... Lungo i confini di Aleatico e Aglianico. Puglia sotto i riflettori tra acquisti e vip... La Puglia non è nota solo per il mare, ma è anche la terra dell’olivo (l’oliveto pugliese si estende su 400mila ettari con 40 milioni di piante e produce il 40% dell’olio nazionale) e del vino, la cui produzione migliore è concentrata soprattutto nel territorio delle province di Taranto, Brindisi e Lecce: è qui che si trovano, delimitati dai caratteristici muretti a secco, i vitigni dell’Aleatico, dell’Aglianico, della Malvasia Nera di Brindisi e di Lecce, del Moscato del Salento, del Primitivo e del Negroamaro che, lavorati in cantine di lunga tradizione, si trasformano in ottimi vini rossi, bianchi e rosati (lo sapevate che il primo vino rosato italiano ad essere imbottigliato è stato prodotto proprio in provincia di Lecce nel 1943?) che vengono proposti sempre più sulle tavole dei migliori ristoranti. In questi ultimi anni si assiste a una rivalutazione della regione non solo in termini enogastronomici, ma anche turistici e immobiliari. Secondo l’ufficio studi Gabetti, negli ultimi due anni la provincia di Lecce ha registrato un aumento complessivo delle compravendite del 46,4%: è una probabile conseguenza alla lievitazione dei valori immobiliari nel capoluogo (il 6,1% nel primo semestre del 2006) che porta i cittadini a spostarsi in paesi limitrofi - e molto graziosi, come Cavallino, Lequile e San Cesario - alla ricerca di prezzi più accessibili. Tra le altre province, si distingue quella di Taranto che registra, dal 2002, incrementi sempre superiori rispetto alle altre. Ma, mentre i prezzi del capoluogo sono saliti del 6,3% nei primi sei mesi dell’anno, non si registrano crescite nei paesi della provincia, come Martina Franca, dove i prezzi sono addirittura diminuiti dell’1,7 per cento. Questa elegante cittadina - famosa per il pluripremiato Festival della Valle d’Itria che, dal 1975, anima l’estate con concerti di musica classica, opere e manifestazioni (si tiene tra luglio e agosto) - è molto apprezzata sia dagli abitanti del posto che da quelli di Taranto e Bari in fuga dalle grandi città, ai quali si aggiunge ogni anno un certo numero di stranieri - inglesi in primis - che amano rifugiarsi nelle zone più isolate della città. Gli italiani, invece, preferiscono la vicinanza al centro, come il quartiere Fabbrica Rossa dove i prezzi oscillano fra 1.300 (per una soluzione da ristrutturare) e i 1.900 euro a mq (il nuovo). Apprezzate come seconda casa anche le abitazioni situate nel centro storico della città: in genere si tratta di immobili di piccolo taglio, suddivisi in più livelli (15 mq per livello), con costi che partono dai 700 euro al mq per le tipologie da ristrutturare e arrivano fino ai 1800 euro al mq per quelle già ristrutturate. Nome noto agli amanti del vino è Manduria, una tra le più grandi e attive cittadine della provincia di Taranto, situata in un territorio intensamente coltivato a oliveti e, soprattutto, a vigneti che producono vini pregiati, tra cui il famoso Primitivo Doc. Qui i valori degli immobili si mantengono costanti su un massimo di 1.200-1.300 euro al mq, mentre quelli dei terreni vitati oscillano sui 25.000-30.000 euro per ettaro. Percorrendo le strade del vino verso Brindisi, non si può rimanere indifferenti alla vista di Ostuni. Meglio conosciuta come la “Città Bianca”, gode di un mercato immobiliare stabile, con prezzi accessibili: tra i 1.000 e i 1.700 curo a mq nel centro storico per le soluzioni - generalmente monolocali e bilocali - ristrutturate. Gli stranieri prediligono soprattutto le ville con terreno annesso, in campagna o al mare: in questo caso, i prezzi salgono a 2.000-3.000 euro al metro quadrato.

Tour in cantina per intenditori
Negroamaro
E' indubbio che la migliore produzione enologica della Puglia si concentri tra le province di Brindisi, Taranto e la parte nord di quella di Lecce. Quest’ultima è il regno del Negroamaro o Nero Leccese, una particolare uva rossa che dà un succo motto colorato dal sapore neutro ma con nota dolce. Un’alta percentuale di Negroamaro unita alte altre uve tipiche detta zona - il Moscato del Salento e il Malvasia Nera - è utilizzata nella produzione di quasi tutti i vini del Leccese, come Nero 1998, un rosso robusto prodotto dall’azienda agricola dei conti Zecca, un’antica famiglia di facoltosi agricoltori che nel 1500 si trasferì da Napoli a Leverano; oppure il Rosso del Salento Portulano 1997, prodotto dalle cantine Rosa del Golfo di Atezio che hanno un altro fiore all’occhiello: il Rosato del Salento Rosa del Golfo 1999 che, nel 2000, si è aggiudicato l’Oscar nella categoria “miglior vino rosato”. E, sempre per quanto riguarda il rosato, la provincia di Lecce detiene un altro primato: è stata l’azienda agricola vitivinicola dei conti Leone de Castris a produrre, nel 1943, il primo vino rosé imbottigliato in Italia.

Al Bano Carrisi
Nella provincia di Brindisi spicca la zona di Cellino San Marco ricca di masserie fortificate, alcune risalenti al 700, ancora utilizzate come centri di produzione agricola, come l’antica masseria Curti Petrizzi oggi dì proprietà di Al Bano Carrisi che produce, tra gli altri vini, il classico Negroamaro rosso rubino di antica tradizione salentina: il don Carmelo 1997 (chiamato così in memoria del padre del cantante). Pare che il clima della Puglia sia un toccasana per il Cabernet Sauvignon e il Rosso del Salento Finibusterrae 1998 prodotto dall’azienda agricola Antica Masseria Torre Mozza: la vendemmia di queste uve avviene nella seconda decade di ottobre e il vino è affinato per 12 mesi in barrique di media tostatura realizzate in rovere Missouri. Il Paule Calle 1997, un bianco passito prodotto dall’azienda Candido di Sandonaci, sempre in provincia di Brindisi, è uno degli unici due vini pugliesi definiti dagli esperti “vini d’eccellenza”. Il secondo è il Vigna del Feudo 1997, un rosso prodotto dall’azienda agricola Felline di Manduria, nella cui composizione compare il Primitivo, vitigno autoctono della zona del Tarantino che, da qualche anno a questa parte, è stato rivalutato e non viene più utilizzato per la produzione di uva da taglio, ma da vinificare in purezza; particolarità di questo vitigno sta nella precocità di maturazione.

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