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Il Sole 24 Ore

Trucioli vietati ma solo quando l’etichetta è Doc ... De Castro firma il decreto... Resta alta la tensione sui vini finto-barrique. Il ministro per le Politiche agricole, Paolo De Castro, ha firmato nei giorni scorsi un decreto che vieta ai vini Doc e Docg la pratica di invecchiamento ricorrendo ai trucioli (chips) di legno. I produttori italiani potranno quindi ricorrere ai trucioli ma solo per i vini da tavola e Igt. La tecnologia, che prevede l’immersione di doghe o assi di legno nei recipienti che contengono il vino in fermentazione (conferendogli così un retrogusto simile a quello che deriva dal più oneroso passaggio in barrique), è stata autorizzata dal regolamento Ue 1507/06 proprio per rafforzare la competitività dei vignerons europei sui mercati internazionali. Considerato che i produttori australiani, cileni e statunitensi, fanno largo uso dei chips sopratutto per i prodotti di fascia media. Il regolamento Ue lasciava poi agli Stati membri la possibilità di introdurre ulteriori restrizioni.
Da qui la decisione di De Castro di fissare dei paletti più rigidi accolta da Confagricoltura e da Fedagri-Confcooperative come “un segnale positivo che va nel senso della difesa delle nostre produzioni di pregio”. La “mossa” del ministro, tuttavia, ha raccolto anche molte critiche. Secondo la Coldiretti, infatti, il divieto non ha alcun effetto sul 70% circa dei vini italiani e per questo rappresenta “un passo indietro sul terreno della trasparenza”. In base ai dati 2005, infatti, i vini a denominazione d’origine rappresentano il 29,8% della produzione made in Italy.
Le bottiglie Igt (a indicazione geografica tipica) coprono una quota del 25,5% mentre un altro 40% circa è costituito da vini da tavola. Alle critiche della Coldiretti si sono aggiunte le richieste della senatrice Loredana De Petris (Verdi) e del presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci (Margherita), di estendere il divieto di ricorso ai trucioli di legno anche ai vini Igt. L’ipotesi si è però scontrata con la ferma opposizione del presidente dell’Unione italiana vini, Andrea Sartori, che l’ha bollata come “autolesionistica”. Meno drastico il presidente di Federvini, Piero Mastroberardino per il quale “i trucioli possono essere messi al bando anche per i vini Igt. Ma va deciso con i disciplinari di produzione e non con una legge nazionale”. “Sono pronto ad estendere il divieto - ha dichiarato il ministro-. Ma una richiesta in tal senso deve venire dal mondo produttivo. Mentre mi sembra che sia le coop che le imprese che vanno all’estero e si scontrano con i produttori che invece i trucioli li utilizzano da tempo, siano orientati diversamente”.
Intanto prosegue il trend positivo dell’export di vino italiano negli Usa. Secondo i dati dell’Italian food and wine Institute, relativi ai primi otto mesi 2006, le vendite di vino ma de in Italy sono cresciute dell’8,5% in quantità e del 7,8% in valore. L’Italia mantiene così salda la leadership nonostante il forte recupero della Francia che, dopo anni di continue flessioni, ha messo a segno un balzo del 30 per cento.
(arretrato de Il Sole 24 Ore del 4 novembre 2006)

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