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Il Sole 24 Ore

Tecnologia del vino venduta in Georgia ... Progetto da 15 milioni... Un progetto tutto made in Italy per la rinascita del vino della Georgia, stato caucasico indicato nella storia come la culla della vite. Con un investimento di 15 milioni di euro il maggior produttore georgiano, la società privata Badagoni, ha costruito una nuova cantina la cui capacità di lavorazione è di circa 3mila tonnellate di uva l’anno. L’impianto sorge nella regione di Kakheti dove la società coltiva circa 300 ettari di vigneti. La maggior parte della fornitura tecnologica è di un team di imprese italiane, guidate dall’azienda trevigiana Della Tolfa, mentre artefice del programma è l’enologo e “wine maker” italiano Donato Lanati, attraverso la propria equipe di esperti che opera alla Cascina Meraviglia di Fubine (Alessandria).
La produzione di vino rappresenta circa il 50% della Produzione lorda vendibile della Georgia. Fino a metà dello scorso anno la quasi totalità del vino prodotto, generalmente rosso, veniva esportato sui mercati russi. Con le tensioni politiche tra Tblisi e Mosca è scattato l’embargo sulle esportazioni, per questo le autorità georgiane e la proprietà della cantina Badagoni hanno elaborato un programma di espansione su altri mercati. “Il problema - spiega Lanati - era rappresentato dal fatto che coltivazione della vite e produzione di vino dovevano raggiungere gli standard degli altri produttori europei per potersi affermare anche sui mercati occidentali. Per questo motivo è stato varato un forte programma di miglioramento qualitativo che ha portato, in soli otto mesi, alla costruzione e messa in attività della cantina”.
“Per la prima volta - ha spiegato il primo ministro georgiano David Nogaideli durante la cerimonia di inaugurazione avvenuta nei giorni scorsi - apriamo in Georgia un’azienda che ha gli stessi standard dei migliori produttori europei di vino. E questo grazie al contributo di un affermato enologo italiano, che ha fornito conoscenza e tecnologia”. In parallelo all’iniziativa l’Università degli studi di Milano sta conducendo un programma scientifico di ricerca per mappare il Dna dei vitigni locali e risalire alle caratteristiche della prima vite coltivata nella storia dell’uomo.

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