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Il Sole 24 Ore

Le bollicine sbancano il mercato ... Un prodotto fortemente legato al territorio che non conosce crisi nella stagione delle festività. Dal Trentino al Piemonte, dalla Franciacorta all’Oltrepò cresce l’offerta... Un poker di territori. Franciacorta, Trentino, Piemonte e Oltrepò pavese. Sono le terre d’elezione che fanno conquistare all’Italia il terzo posto nella classifica mondiale dello spumante. Ecco come raccontano la loro esperienza, alcuni campioni del made in Italy.
«Ci apprestiamo a chiudere - dice Matteo Lunelli, 32 anni, amministratore delegato della Vinifin, la holding del gruppo Ferrari-Lunelli - un’annata di grandi soddisfazioni. Cito la qualifica di “Mito del quarantennale” attribuita a Ferrari al Vinitaly, oppure il Gambero Rosso che ha collocato il Ferrari, definito “le migliori bollicine d’Italia e fra le migliori al mondo”, nel Gotha dei vini che hanno cambiato l’enologia italiana». A Trento pensano di chiudere l’anno con un più 10% di fatturato: «Assistiamo - continua Lunelli - all’inizio del processo di destagionalizzazione del consumo di bollicine a lungo auspicato: sono i giovani, in particolare, ad avvicinarsi all’abbinamento dello spumante a tutto pasto, partendo da quella che è ormai l’abitudine consolidata dell’aperitivo. Oltre confine, continuiamo a registrare un crescente interesse: Ferrari copre circa la metà dell’export di metodo classico italiano. Infine, abbiamo presentato due nuove etichette: il Ferrari Maximum Rosè e la Riserva Bruno Lunelli, una cuvée straordinaria della vendemmia 1995 racchiusa in una bottiglia speciale dal fondo convesso».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Paolo Ziliani, 42anni, consigliere delegato della Berlucchi Spa di Borgonato, Franciacorta. «La crescita della nostra area - racconta - è stata molto significativa, specialmente negli ultimi anni. La tipologia di spumante che produciamo sta incontrando sempre di più il gusto di un consumatore che sceglie la qualità del metodo classico. E questo sotto due aspetti. La destagionalizzazione e il progressivo espandersi della domanda verso le altre regioni d’Italia. Anche il Mezzogiorno sta diventando un mercato interessante. Quest’anno la Franciacorta produrrà circa 6,5 milioni di bottiglie con il contributo di un’ottantina di aziende. In Italia c’è una richiesta di circa 16-17 milioni di bottiglie di spumante rispetto ai circa otto di champagne. La percentuale che va all’estero è ancora bassa, siamo tra il 5 e il 10 per cento».
Spostandoci verso ovest, i pareri assumono un’intonazione leggermente diversa: «Il mercato degli spumanti continua ad essere concentrato nei momenti di festa, Natale e Capodanno in particolare» spiega ad esempio Lamberto Vallarino Gancia, 47 anni, presidente della Gancia di Canelli che ha presentato tre nuove bottiglie “vestite” da Pininfarina Extra (con un particolare design di apertura della capsula): nei prossimi mesi le due aziende piemontesi daranno vita ad una serie di eventi in maniera congiunta. «Noi operiamo su un mercato polverizzato - continua l’imprenditore - con tanti player che producono in molte regioni: il nostro marchio può contare su una forte identità e una tradizione di 150 anni, fattori importanti per continuare a mantenere alta la fiducia nel nostro prodotto. La crescita continua dimostra che gli italiani preferiscono un marchio che racchiude i valori più autentici della tradizione nazionale, del territorio, della storia e che rappresenta in tutto il mondo l’italianità. La storia non deve però ostacolare la capacità di intuire l’evoluzione del consumatore, che in questi ultimi anni ha dimostrato di avere gusti eterogenei. È dunque necessario variare la gamma a nuove tipologie di prodotto, mantenendo ovviamente il core business dello spumante».
Da Pessione (Torino), Stefano Leonangeli, 46 anni, da pochi mesi amministratore delegato della Martini&Rossi, aggiunge: «Lo spumante italiano sta attraversando un momento di grande crescita, accompagnato da un chiaro miglioramento di immagine sui mercati stranieri. La forza del made in Italy, e produzioni sempre più qualitative, hanno portato i nostri prodotti su livelli vicinissimi allo champagne, nei confronti del quale lo spumante italiano si propone come alternativa moderna e di parte attiva di questo processo di valorizzazione. In virtù della posizione di leader sul mercato stiamo contribuendo a un importantissimo progetto di rilancio per la riqualificazione dell’Asti spumante in Italia e all’estero; inoltre, come Martini, siamo impegnati nel proporre al consumatore la gamma di altissima qualità Sigillo Blu Martini, che avrà un ruolo da protagonista nel contribuire alla creazione di cultura del prodotto, percezione di alta qualità e legame con il territorio».

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