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Il Sole 24 Ore

Mezzogiorno - Il Sud arretra, la Campania no ... Puglia ancora leader con 7,5 milioni di ettolitri nonostante i problemi del Salento. Nel meridione la produzione è scesa in media del 10%, ma La qualità ne ha tratto vantaggio competitivo... Stime confermate nella vendemmia delle regioni meridionali. In Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata, la produzione è scesa, in media del 10%, con standard qualitativi comunque buoni, in qualche regione anche ottimi. Insomma si produce meno ma meglio.
Solo in Campania la produzione è cresciuta del 10%, raggiungendo 2,010 milioni di ettolitri di vino e qualità ottima.
In Sicilia, spiegano all’Upa di Palermo, sia la flessione (6,5 milioni di hl) che l’andamento qualitativo generalmente medio-ottimo, si sono distribuiti in quasi tutta la regione, complice l’andamento climatico favorevole.
In Calabria - nella zona vitivinicola più diffusa, quella della Doc «Cirò» ottenuto dal vitigno gaglioppo, coltivato su circa 1.700 ettari nel Crotonese - la produzione è scesa in misura maggiore, sino al 25-30%, con 130-l35mila quintali di uve prodotte e 110mila hl di vino.
Nonostante la flessione produttiva, la Puglia è rimasta la regione leader in Italia con 7,5 milioni di ettolitri divino. Complice qualche patologia che ha provocato la secchezza dei grappoli, la flessione produttiva è stata mediamente del 10% con punte del 30-40% in alcune aree del Salento (primitivo) dove i prezzi sono rimasti pure molto bassi. I prezzi sono rimasti bassi, in linea con il 2005, con 20/25 euro per le uve a denominazione, prezzi che ormai tendono a livellarsi e quotazioni leggermente più alte per le uve a “bacca bianca”.
Ottima vendemmia in Basilicata, per qualità, grazie ai ritardi nella raccolta. Il risultato positivo è a macchia di leopardo. La quantità è invece scesa del 5-10 per cento.
Gioiscono ai risultati della vendemmia: Abruzzo, Campania e Sardegna. Per tutte e tre l’annata 2006 è stata ottima: in Abruzzo per il rosso Montepulciano d’Abruzzo, in Campania per i bianchi Greco di Tufo, Fiano e Falanghina e per il Taurasi da aglianico, e come in Sardegna per Cannonau e Vermentino.
Per l’Abruzzo (3,5 milioni di ettolitri, 1 milione dei quali a doc) c’è il 10%, in meno rispetto al 2005. Riconoscimenti arrivano anche per la Campania dove alle consolidate richieste del mercato italiano si affianca una crescita di mercati come Germania, Stati Uniti e Giappone.
“Se queste sono le certezze, con poco più di 2 milioni di ettolitri (+10%) e una vendemmia molto buona nonostante le piogge di maggio e di settembre - dichiara Gennaro Martuscello, presidente regionale dell’Assoenologi - sui vini scommettiamo anche sul Piedirosso e come territorio contiamo sulla dinamicità di molte aziende”. L’ultimo raccolto di quasi un milione di ettolitri in Sardegna (-10%) ha rivelato un’insperata qualità dei bianchi e una bella concentrazione tra i rossi, che si fondano sui vitigni portabandiera. “Superata la spinta all’abbandono dei vigneti ora la viticoltura isolana si va razionalizzando e trova nuovo entusiasmo e nuova qualità tra le cantine in maniera diffusa sul territorio regionale”, conclude Mario Consorte, direttore di Sella&Mosca e presidente nazionale di Assoenologi.

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