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Il Sole 24 Ore

Il Chianti soffre l’effetto serra ... Vino. Cnr di Firenze: impatto negativo da «global warming»... Tra le “vittime” del riscaldamento della terra, che sta mettendo in apprensione scienziati e governanti di tutto il mondo, potrebbero esserci anche vini famosi come Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano e Chianti Classico.
Tutti destinati a scomparire. Le condizioni climatiche che oggi caratterizzano le zone di produzione, cioè la Toscana centrale, rischiano infatti di mutare drasticamente nel giro di poco meno di un secolo, riscrivendo la geografia enologica nazione. Questo scenario drammatico emerge da uno studio sugli “effetti della variabilità meteoclimatica sulla qualità dei vini” realizzato dall’Università e dal Cnr di Firenze, sulla base di un probabile innalzamento della temperatura della terra tra 1,8 e 4 gradi entro la fine del secolo. Tra le molte conseguenze previste, anche il progressivo innalzamento della latitudine ideale per la viticoltura. «Mi pare uno scenario eccessivo», commenta Marco Pallanti, presidente del Consorzio Chianti Classico, 600 imprese, 7mila ettari di vigna, 500 milioni di fatturato e 3.300 addetti.
«Il nostro è un territorio collinare e dunque gli effetti climatici dovrebbero attenuarsi - aggiunge. - Inoltre coltiviamo principalmente una varietà di uva, il Sangiovese, che è tardiva e potrebbe tranquillamente anticipare la maturazione. Temo di più il problema idrico, l’eventuale passaggio da un regime di piogge diffuse a un clima di tipo monsonico. Ma non credo sia il caso di fare allarmismi: il Chianti classico sta tirando bene e l’incremento della disponibilità termica registrato in questi ultimi anni ha solo contribuito a migliorare la qualità del nostro vino».

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