02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Il Sole 24 Ore

L’azienda agricola conserva lo sconto ... Per coltivatori, allevatori e trasformatori. Incentivi fiscali per macchinari, igiene e ambiente... Nella Finanziaria 2007, tra le disposizioni rivolte a sostenere le politiche di sviluppo delle imprese nazionali, hanno trovato posto norme specifiche per il settore agricolo. Tra queste, la decisione di prorogare (in questo ambito) l’operatività del bonus fiscale per gli investimenti in beni strumentali. L’incentivo consiste in un credito d’imposta riconosciuto alle sole imprese agricole contemplate dall’articolo 2135 del Codice civile, così come modificato dall’articolo i del Dlgs n. 228/2001. I potenziali beneficiari sono, dunque, coltivatori del fondo, allevatori di animali ed imprese dedite alla selvicoltura. Insieme a questi, la norma contempla espressamente anche i soggetti che esercitano attività dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione dei prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo (o del bosco) oppure dall’allevamento di animali.
Agevolata anche la fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di quelle attrezzature (o risorse) aziendali normalmente impiegate nell’attività agricola, comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione e ospitalità. Nella norma di quest’anno si chiarisce che l’incentivo continua a essere disciplinato dalle prescrizioni introdotte con l’articolo 11 del Dlgs n. 138/2002. Al riguardo, le procedure di accesso al bonus appaiono chiare: tra queste, l’obbligo di una preventiva istanza telematica, da presentare all’agenzia delle Entrate. Proprio questo elemento appare in contrasto con le nuove modalità di fruizione del più generale bonus investimenti, prorogato sempre dalla finanziaria 2007 (commi 271 e seguenti dell’articolo unico) ma con modalità di accesso (e fruizione) differenti rispetto al meccanismo agevolativo che ha cessato (o cesserà) di funzionare alla fine dell’esercizio in corso 31 dicembre 2006.
Requisiti oggettivi - Sono ammesse al credito d’imposta le sole imprese che abbiano presentato domanda di aiuto per investimenti ammissibili ad agevolazione (ai sensi del regolamento CE n. 1257/1999) a valere sui bandi emanati dalle Regioni e Province autonome, purché la domanda sia stata istruita e valutata favorevolmente dall’ente incaricato, seppure non finanziata. Al riguardo, va sottolineato che sono ammesse al contributo anche le imprese agricole che abbiano presentato domanda, non ancora istruita dall’ente incaricato, su investimenti ai sensi dei regimi di aiuti nazionali approvati con decisione comunitaria, previa acquisizione di parere favorevole del ministero delle Politiche agricole.
Investimenti agevolabili - Valgono ancora le indicazioni contenute nel decreto del ministero delle Politiche agricole dell’agosto del 2002, pubblicato sulla GU n. 190 del 14 agosto 2002. Sarà possibile, quindi, prevedere nei piani di spesa l’acquisto di programmi informatici, di macchine e attrezzature specifiche, il primo acquisto di bestiame o di capi riproduttori, ma anche tutte le spese destinate alla conservazione dei paesaggi tradizionali e i costi aggiuntivi per la tutela e il miglioramento sia dell’ambiente sia delle condizioni di igiene e benessere degli animali.
Nodi da sciogliere - Quanto ai criteri di calcolo dell’agevolazione, il Dl n. 138/2002 prevede che gli investimenti operati siano assunti al netto di cessioni, dismissioni e ammortamenti dedotti fiscalmente dai beneficiari nel medesimo periodo d’imposta. La modalità di calcolo dell’investimento netto è, dunque, differente rispetto a quella introdotta (sempre nella Finanziaria 2007) per la disciplina del più generale bonus investimenti. In questo caso, dalla spesa effettuata nell’esercizio la norma prevede di scomputare il solo valore degli ammortamenti dei beni preesistenti e non il ricavato da cessioni e dismissioni: non si capisce se per una precisa volontà del legislatore o per una mera dimenticanza. In entrambe le circostanze, però, vi potrebbero essere problemi di compatibilità di questo meccanismo di calcolo dell’investimento agevolabile con le norme comunitarie sugli aiuti di Stato (che prevedono l’intervento solo sulle spese cd incrementali). Perplessità, infine, permangono sulla natura dell’incentivo che, salvo diversa interpretazione, continuerà a essere a domanda e non segue la trasformazione del bonus investimenti.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su