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Il Sole 24 Ore

Il Giappone apre al Made in Italy ... Il Governo di Tokyo a De Castro: pronti a importare nuovi prodotti. Disponibilità della grande distribuzione a commercializzare maggiori volumi... Nuove opportunità per l’industria agroalimentare italiana: il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro, dopo aver incontrato ieri a Tokyo il collega Toshikatsu Matsuoka, ha annunciato che il Governo giapponese è disponibile ad aprire il suo mercato a una serie di prodotti di cui finora ha vietato l’importazione. De Castro - che ha partecipato all’inaugurazione di Foodex Japan 2007, la maggiore fiera asiatica del settore - ha anche incontrato i vertici della grande distribuzione nipponica, che hanno espresso l’intenzione di commercializzare maggiori quantità di prodotti italiani, a patto che sia garantiti volumi, continuità e qualità degli approvvigionamenti.
Dopo il recente arrivo nel Sol Levante delle arance tarocco siciliane Tokyo ora ha accettato l’avvio della procedura celere per altre due qualità di arance, sanguinello e moro. Non solo: “Il ministro Matsuoka ha mostrato disponibilità per kiwi e uva da tavola, con procedura su richiesta italiana, che attiveremo a breve - ha detto De Castro -. Il passo successivo riguarderà mele e pere”. De Castro ha anche sottolineato le aperture giapponesi “superiori a quanto ci attendessimo” verso una proposta in sede Wto su cui l’Italia è piuttosto isolata: quello sulle indicazioni geografiche, finalizzato a estendere oltre l’ambito europeo la tutela delle produzioni territoriali di qualità: “Diventa possibile una alleanza tra i due Paesi per la difesa dei marchi collettivi”.
Il tema della tutela della qualità e del consumatore è stato al centro dell’incontro con gli operatori locali, con la presentazione di nuovi strumenti per la tracciabilità del vino e l’annuncio del prossimo decollo presso alcuni consorzi italiani del programma di identificazione con ologramma dello Stato (grazie alla collaborazione tra Ministero e il Poligrafico).
Il presidente dell’Ice, Umberto Vattani, ha invitato i giornalisti giapponesi a diffondere presso il pubblico l’attenzione per le (incomprensibili) sigle di autenticità territoriale Dop e Igp, proponendone una scansione facilmente memorizzabile in paroline della lingua giapponese. Vattani il prossimo 27 marzo subentrerà a John Elkann alla presidenza della Fondazione Italia-Giappone, su nomina del ministro degli Esteri Massimo D’Alema: il programma della Fondazione dovrebbe porre le basi per il lancio di un “Anno del Giappone in Italia” per il 2009.
Dopo l’incontro della delegazione italiana con i vertici del colosso della distribuzione Aeon, il presidente di Buonitalia Emilio De Piazza ha sottolineato come vadano superati gli ostacoli strutturali che penalizzano il prodotto italiano sulla rete commerciale giapponese: le piccole dimensioni delle aziende non corrispondono alle esigenze dei distributori nipponici, rendendo indispensabile la strutturazione di consorzi in grado di garantire forniture stabili e con una massa critica. Un esempio è proprio quello delle arance tarocco appena arrivate sugli scaffali dei supermercati giapponesi: potrebbero arrivarne molte di più, ma in Sicilia le strutture non sono in grado di garantire non solo i volumi, ma anche alcune caratteristiche del prodotto, come quella di una uniformità estrema che in Giappone è molto apprezzata: loro le vogliono tutte uguali, insomma, in modo da poterle presentare in confezionamenti “armoniosi”.

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