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Il Sole 24 Ore

Più sprint al made in Italy ... Agricoltura. Al forum di Taormina le imprese chiedono riforme strutturali per sostenere l’export.
Vecchioni: in salita il rapporto con banche e assicurazioni... Semplificazione amministrativa, sviluppo di infrastrutture e servizi, sostegni all’export. Ma anche rapporti di filiera più coesi. Sono questi gli ingredienti del cocktail per la competitività. La ricetta è emersa dal forum di Confagricoltura che si è concluso ieri a Taormina al quale hanno preso parte, tra gli altri, il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, i presidenti di Abi e Ania, Corrado Faissola e Fabio Cerchiai, Gianni Alemanno (An) e Maurizio Sacconi (Forza Italia). Anche il premier, Romano Prodi, ha voluto inviare il suo contributo per la costruzione dell’impresa agricola del futuro con un videomessaggio. “In ogni viaggio - ha detto il premier - dalla Cina all’India, dagli Stati Uniti alla Russia ho riscontrato un interesse ampio e crescente per l’agroalimentare italiano. Si tratta di opportunità che bisogna cogliere e trasformare rapidamente in quote di mercato”.
Per il premier l’obiettivo è scalzare i prodotti “taroccati” per sostituirli con quelli originali made in Italy. “Occorre riunire le forze - ha aggiunto Prodi -: il Governo, a partire dall’ultima Finanziaria, sta lavorando attivamente sulla semplificazione e sull’accesso al mercato delle imprese”.
Anche Montezemolo ha sottolineato l’importanza di “fare sistema”. “L’agroalimentare - ha detto - ha straordinarie opportunità ma deve fare i conti con dimensioni aziendali troppo piccole. Abbiamo bisogno di riunire gli sforzi, dal marketing alla promozione, e mettere insieme l’industria di trasformazione con quella della materia prima”. Nel cammino verso i mercati mondiali, secondo gli imprenditori, sono decisivi gli investimenti nell’innovazione e nella comunicazione. Ma un contributo deve venire anche dalle istituzioni e dalle banche, che devono diventare un anello forte nella catena dello sviluppo. Un tema ripreso dal presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, secondo cui l’accesso al credito è diventato più difficile con le aggregazioni bancarie che, via via, hanno assorbito o smantellato le sezioni dedicate al credito in agricoltura.
“Alle banche - ha detto il presidente di Confagricoltura - chiediamo la creazione di formule innovative e flessibili per accompagnare la crescita delle imprese, soprattutto quelle orientate all’export. Sul fronte assicurativo, invece, auspichiamo più coraggio per il decollo delle polizze multirischio. Tutto questo deve essere accompagnato da una revisione dell’assetto istituzionale che porti con sé un’amministrazione snella e la governabilità del Paese”. Dal canto loro, secondo Confagricoltura, gli imprenditori agricoli devono raccogliere la sfida della competitività rafforzando i rapporti con l’intera filiera.
“Alcuni settori - ha spiegato Vecchioni - hanno problemi sulla contrattazione del prodotto, l’indicazione del prezzo, gli obiettivi sulle quantità e sulla qualità. L’esigenza di soddisfare il consumatore e di intavolare rapporti corretti con la distribuzione moderna, dovrebbe vedere una comune visione dei produttori agricoli e dell’industria di trasformazione. Rapporti più coesi potrebbero favorire quel gioco di squadra che Confagricoltura e Confindustria hanno più volte auspicato”. Insomma, c’è bisogno di più dialogo e unità nell’agricoltura del futuro ma non manca la consapevolezza che la sfida della competizione sul mercato globale può essere vinta. La scommessa, come è emerso nel corso del forum di Taormina, si gioca sul cambio di marcia che di pari passo deve coinvolgere le istituzioni pubbliche e le imprese agricole con l’unico obiettivo di rafforzare l’economia e l’occupazione. Un’alleanza per realizzare, con un sistema politico agile e leggi moderne, lo sviluppo di innovative politiche del lavoro, della concorrenza e della competitività dell’impresa sui mercati mondiali. “L’agricoltura ha smesso di chiedere sussidi per la sopravvivenza - ha concluso Vecchioni - ora chiede investimenti per sostenere la crescita oltre i confini nazionali”.

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