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Il Sole 24 Ore

La buona cucina vale 15 miliardi ... Un viaggiatore su cinque programma soggiorni in funzione dell’offerta enogastronomica... L’enogastronomia è un tassello fondamentale dell’offerta turistica italiana. Secondo le stime contenute nel Rapporto turismo 2007 elaborato da Gist e DeAgostini, il giro d’affari del comparto tocca nel complesso quota 15 miliardi euro.
In pratica un viaggio su cinque viene deciso e organizzato con una motivazione legata all’enogastronomia. Gli appassionati dei viaggi del gusto, si legge nelle analisi sviluppate nell’ambito della Biteg, la Borsa del turismo enogastronomico per anni ospitata in primavera a Riva del Garda (Trento), riferiscono che i gastroturisti in Italia formano un nocciolo duro di circa 5 milioni. Almeno una trentina di milioni sono gli italiani che almeno una volta l’anno si dedicano a una iniziativa di turismo enogastronomico.
A questi si aggiungono oltre 20 milioni di stranieri che all’interno del loro viaggio in Italia cercano opportunità enogastronomiche.
Il gastroturismo ha preso sempre più spazio all’interno dell’offerta di pacchetti vacanze da parte dei grandi tour operator stranieri: nell’arco degli ultimi quattro anni la quota è raddoppiata salendo dal 16 a oltre il 30% del totale delle proposte.
Un bacino di grande spessore, come emerge dai numeri. Del resto la cucina, nelle sue espressioni più ampie, è ormai stabilmente un cardine dell’offerta turistica nazionale. Per quanto riguarda i mercati esteri arte e cultura, da un lato, ed enogastronomia, dall’altro, sono percepiti sempre più come elementi di maggior richiamo verso l’Italia, rispetto alla tradizionale offerta balneare, agli occhi dei potenziali visitatori d’oltre frontiera.
Una recente indagine Unioncamere ha puntualmente messo in evidenza che la specifica motivazione enogastronomica ha quote decisamente elevate in rapporto ai principali bacini turistici esteri per l’Italia: in testa ci sono gli americani, che rappresentano i clienti più affezionati per il made in Italy a tavola (20,1% del totale vacanze); seguono gli austriaci (15%) e i francesi (13,5 per cento).
L’analisi Unioncamere sottolinea poi che l’enogastronomia costituisce un chiaro indicatore di fidelizzazione del turismo estero. Il voto dato all’enogastronomia italiana da parte dei turisti stranieri intervistati nell’ambito di un tradizionale monitoraggio che valuta i giudizi sulle vacanze, ha messo in rilievo nel 2006, ad esempio, che in una scala da 1 a 10 il giudizio medio dei turisti stranieri sulla gastronomia italiana è di 8,7 a fronte di una media di 7,9 per l’intera offerta italiana.
Anche le valutazioni degli italiani superano la media: 8,5 per l’enogastronomia nazionale contro una media di 8 per l’offerta nel complesso. Ma ciò che più conta è il fatto che sia nel caso degli stessi italiani che in quello dei turisti esteri, il giudizio largamente positivo sull’esperienza enogastronomica in vacanza supera di gran lunga le valutazioni su tutti gli altri aspetti quali l’alloggio, l’intrattenimento, l’offerta culturale, i prezzi e cosi via.

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