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Il Sole 24 Ore

Il vino è sempre più bianco Nel Trentino 7mila viticoltori coltivano 10mila ettari di vigne ... Agricoltura. Le grandi cooperative dell’Alto-Adige ricevono incentivi dalla Provincia... L’agricoltura del Trentino-Alto Adige fa sistema attorno alla rete della cooperazione. Una realtà capillare con punti di forza (marchi di qualità) e di debolezza (la frammentazione sul territorio) che cerca nelle aggregazioni la carta per restare competitiva. Diverse le strategie. Bolzano, ad esempio, ha previsto nel piano provinciale di sviluppo rurale fondi per aziende che intendono razionalizzare le strutture amministrative, innovare e creare nuove iniziative di commercializzazione. “L’obiettivo - spiega Hans Berger, assessore provinciale all’agricoltura - è creare poche catene con in mano una grossa parte di mercato per avere più competitività e potere contrattuale. Il settore della mela si è mosso più velocemente grazie a una spiccata vocazione all’innovazione e a una forte flessibilità, ma gli altri comparti non sono rimasti a guardare. In generale le zone omogenee dovrebbero unirsi per abbattere costi di amministrazione e commercializzazione”.
Le cooperative dell’Alto Adige possono quindi usufruire di incentivi, ma a condizione di disporre di volumi minimi di produzione. In provincia di Bolzano la realtà delle cooperative risale a fine Ottocento e conta oggi oltre 920 soggetti di cui un terzo facenti capo al Consorzio della Casse rurali. Il sistema caratterizza il 100% del comparto del latte, il 90% della frutticoltura e il 75% della vitivinicoltura.
Numeri importanti anche in Trentino dove operano 104 cooperative agricole. Nella frutticoltura operano 27 cooperative, 4 organizzazioni di produttori e 1 associazione (Apot) per circa 7.700 soci e oltre 337 milioni di quintali conferiti. Il comparto vino conta 17 cantine sociali e 1 consorzio di secondo grado (Cavit) con ben 6.266 soci e oltre 1,1 milioni di quintali di uve conferite. Il settore lattiero caseario conta2o cooperative e i consorzio (Concast Trentingrana), oltre a una federazione (Federazione provinciale allevatori).
Nonostante la congiuntura degli ultimi anni la cooperazione ha retto il confronto di mercato in quasi tutti i settori. In prima linea c’è il vino. “Il Trentino viticolo - precisa Erman Bona, direttore del Consorzio vini del Trentino - si sta orientando sempre più verso la produzione di vini bianchi con una forte attenzione alla qualità. Oggi 7mila viticoltori lavorano 10mila ettari di superfici vitate aderendo a un disciplinare rigido basato su competenza, tradizione, viticoltura professionale e commercializzazione”.
Una realtà strategica anche per il presidio del territorio e la valorizzazione dei prodotti tipici. “Crediamo che ci siano spazi - afferma il vicepresidente della Cooperazione Trentina, Guido Conci - anche per ulteriori collaborazioni con il mondo dell’ospitalità alberghiera e della ristorazione veicolando i prodotti trentini attraverso alberghi e ristoranti: è indispensabile trovare nuove alleanze e nuovi progetti comuni”.
Le alleanze, ad esempio, sono state la carta vincente per il completamento della filiera della carne trentina. Un risultato ottenuto dalla collaborazione tra allevatori, Concast e Sait, su input della Federazione della cooperazione.
“Oggi - commenta Mario Tonina, responsabile commerciale della Federazione provinciale degli allevatori trentini - il progetto rappresenta un valore aggiunto per il settore e un vantaggio per il consumatore che è garantito da un sistema di etichettatura che identifica ogni passaggio della filiera. Mediamente vengono conferiti 2mila capi l’anno al sistema dei punti vendita per la cooperazione. L’obiettivo è arrivare a 3-4rnila”.
Nel 2006 sono stati venduti attraverso la rete del Sait, un consorzio di secondo grado, più di 8oo capi nati e vissuti in Trentino e la domanda per il 2007 è in crescita.
Un risultato che non nasconde le difficoltà Vissute dal settore zootecnico, passato negli ultimi 25 anni da mi1a aziende con meno di due vacche ciascuna alle attuali 1.628 con in media 28 capi. Sul fronte della produzione casearia spicca la realtà di Trentingrana, il marchio a cui fanno capo 840 aziende medio piccole conferiscono il latte a 18 caseifici. Il marchio rappresenta l’1,8% della produzione nazionale. “Nel 2006 - sottolinea Gabriel Weber, responsabile commerciale di Trentingrana - abbiamo prodotto 118.600 forme di grana di cui l’8-9% destinato all’export. L’obiettivo è portare al 15 questa percentuale nei prossimi anni attraverso una campagna di promozione mirata”.

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