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Il Sole 24 Ore

“Vino, tutta colpa dell’inverno mite. I costi saliranno” ... Intervista. Gianni Zonin... Due-tre settimane di anticipo al Nord, una settimana abbondante al Centro e la quasi normalità nelle terre del Sud e isole: non si era mai vista una vendemmia così disarticolata sui tempi di marcia nella maturazione delle uve da zona a zona della Penisola. Una situazione certo non comune, al punto che anche nelle stesse regioni settentrionali la situazione è tutt’altro che uniforme: nel Collio, Trentino e persino Oltrepo le uve presentano un titolo di maturazione più precoce rispetto alle uve del Piemonte. A scandire questi tempi è Gianni Zonin, uno dei vignaioli più conosciuti e rappresentativi dell’Italia enoica con aziende di proprietà presenti in sette regioni, dal Nord al Centro al Sue e isole: in tutto 1.700 ettari di vigneti, 600 dipendenti e 25 milioni di bottiglie per il 40 per cento esportate. Una vendemmia particolare, molto diversa dalle solite. È tutta colpa del meteo e dell’avanzata tropicale?
Certo che la meteorologia ha il suo peso nel determinare lo stato vegetativo delle viti, ma buttarla sul clima tropicale che avanza verso il Nord mi sembra di correre. Se così fosse qualcuno dovrebbe spiegare perchè in Sicilia, Puglia, Campania e altre regioni del Sud la vendemmia sta rispettando i tempi della normalità.
E allora cosa è successo?
È successo che soprattutto a Nord eravamo abituati a inverni rigidi e invece quest’anno così non è stato: il clima dolce di febbraio ha favorito il germogliamento delle piante a fine marzo anziché inizio aprile; quindi abbiamo avuto aprile e maggio con notti miti al posto di temperature più fredde e questo ha scompensato i tradizionali tempi di maturazione dell’uva. Il caldo di queste settimane ha fatto il resto; al Sud invece l’aria più ventilata e fresca di notte ha compensato il caldo del giorno e questo ha frenato la maturazione.
Il risultato è un’uva generalmente sana che permetterà di avere dei grandi vini?
Me lo auguro, però bisogna aspettare. Non solo perchè la vendemmia è lunga, ma anche perchè in non pochi casi non tutti i grappoli di uno stesso ceppo hanno un grado di maturazione uniforme. Questo vuole dire che bisogna armarsi di tanta pazienza e per fare un vino di qualità è necessario fare una prima e una seconda vendemmia. I costi saliranno, ma sappiamo che la qualità è un elemento che aiuta a essere competitivi.
Perchè allora non procedere a uno sfoltimento anticipato?
Non è proprio il caso, visto che quest’anno la produzione si preannuncia più scarsa del solito. Questo vuole dire che ci potrebbero essere dei riflessi sui prezzi?
Non direi. Il mercato al momento è molto equilibrato e tutto sembra andare verso la riconferma dei valori di un anno fa.
Però è un fatto che producendo meno l’Italia si avvia a ridurre le proprie eccedenze, anticipando la riforma del mercato del vino che chiede Bruxelles.
Sulla riforma dobbiamo essere decisi a sostenere la proposta Ue di eliminare l’uso del saccarosio di barbabietole dal vino. Se si riesce a fare questo l’Europa recupera almeno 10 milioni di ettolitri di zucchero d’uva con un taglio consistente di eccedenze. Il mercato si regola da solo e meno contributi si danno e meglio è.

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