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Il Sole 24 Ore

Dell’abruzzese Scarpantoni il miglior vino australiano ... Enologia. IL suo “Brothers Block” vince il premio Watson... È il “miglior vino australiano dell’anno” e conquista scaffali e consumatori in mezzo mondo per il suo eccellente rapporto qualità-prezzo. Un’eccellenza, almeno in parte, italiana. Perché è prodotta da una famiglia di viticoltori originari di Teramo, gli Scarpantoni, che da alcuni decenni si sono trasferiti nelle campagne di Adelaide.
Il loro cabernet sauvignon “Brothers Block 2006” è il vino rosso che ha appena ottenuto il trofeo “Jimmy Watson”, il premio che ogni anno viene assegnato al miglior vino prodotto in terra australiana. Un importante riconoscimento per la Scarpantoni Estate Wines, azienda agricola “italiana” della McLaren Vale, nell’Australia meridionale.
Il fondatore dell’impresa, Domenico Scarpantoni, vi emigrò nel 1952 dopo aver abbandonato l’Abruzzo. Una breve esperienza presso un piccolo produttore di vino locale gli fece intuire che quella terra poteva diventare ideale per la viticoltura.
Comprò così, con pochi soldi, cinque ettari di terra e impiantò i primi vitigni. Era il 1958. Dieci anni dopo gli ettari di proprietà erano ormai diventati venti. Nel 1979 Scarpantoni costruì la cantina, con la moglie Paula e i due figli, Micheal e Filippo, oggi alla guida di un’azienda familiare con 32 ettari di terreni caratterizzati da un clima temperato, quasi mediterraneo.
Vincere il “Jimmy Watson” non è stata impresa facile. A ogni edizione del concorso partecipano in media 800 etichette: vini anche rinomati, che contano su tradizioni forti, oltre che su azioni di marketing pressanti. E invece la famiglia Scarpantoni ha scelto di puntare sulla sostanza, imbottigliando un vino rosso corposo, coltivato in terreni ferrosi e invecchiato in botti di rovere francese. Un vino che viene venduto per l’equivalente di 15 euro a bottiglia.
“Tutti dicono che dovremmo triplicare il prezzo - spiega Filippo Scarpantoni, figlio del fondatore - ma ho promesso di resistere alla tentazione”. La McLaren Vale, e in generale tutto il sud dell’Australia, è il vero Eldorado enologico del momento.
Fino alla metà del secolo scorso quello australiano era un vino dolce o molto alcolico. Un prodotto senza particolare pregi. A partire dagli anni 60, invece, gli investimenti in tecnologia da parte degli imprenditori locali hanno trasformato vini di fascia bassa in prodotti di alta qualità. E, ciò che più conta, non costosi. Una rivoluzione che è arrivata soprattutto grazie allo sviluppo delle uve internazionali: Cabernet Sauvignon e Shiraz per i vini rossi e, per i bianchi, Chardonnay, Sémillon e Sauvignon Blanc.

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