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Il Sole 24 Ore

Al passo con l’economia il business è nei vigneti ... Lvmh ha rilevato la cantina Numanthia Termes... La dimensione del grande successo dei vini spagnoli la dà un’operazione conclusa nelle scorse settimane. Il gruppo francese del lusso, Lvmh, attraverso la sua filiale Moet Hennessy ha rilevato dalla famiglia Euguren la cantina Numanthia Termes situata in Castilla e Leon, nel cuore dei vigneti della denominazione Toro. Il valore della transazione è rimasto top-secret, così come avvolta dal segreto è l’operazione che ha portato il gruppo spagnolo Osborne a comperare da Pernod Ricard marchi come Carlos I e Carlos III e Rio Viejo Oloroso, vale dire sherry e brandy del Sud della penisola iberica, alle porte di Jerez dove si producono.
Il Paese ha compiuto in questo campo dei progressi formidabili. Le uve non sono più solo (o quasi) da “taglio”, ma amorevolmente curate e sapientemente mischiate da mani esperte, il più delle volte provenienti dalla vicina Francia. La Spagna ha scoperto non solo di saper fare vini di qualità in tutto il Paese, ma anche di saperli commercializzare come si deve. Valga su tutti il fatto che le carte dei migliori ristoranti del mondo, oltre a bottiglie francesi, italiane, statunitensi offrono anche quelle spagnole. Tutte le più importanti imprese spagnole (in particolare quelle farmaceutiche) si sono lanciate nell’acquisto di vigneti, facendo negli ultimi anni lievitare i prezzi. E nella vite si sono buttati anche molti del jet set, come l’editore (“El Mundo” e ora “el Economista”) Alfonso de Salas, proprietario insieme ad alcuni soci della Cantina Montecastro nella Ribera del Duero, il cui eccellente rosso del 2005 ha ricevuto un punteggio di 93 dal famoso critico statunitense, Robert Parker. Famosi e meno famosi: da qualche tempo è di moda regalare o comperare una parte di un vigneto per un minimo di tre anni (in origine a 59 euro al mese, ora attorno agli 85 euro), in modo da seguire la coltivazione, la produzione, e alla fine gustare una quarantina di bottiglie personalizzate del proprio nettare. Gli spagnoli non sono comunque certo dei neofiti. Il vino fa infatti parte della loro cultura e della loro storia. Basti pensare che le prime denominazioni di origine risalgono al 1932, così come lo Statuto del vino e i “classement” di vini pregiati. Da allora, 75 anni fa, di strada ne è stata fatta: oggi il Paese è salito nell’Olimpo dei Paesi più pregiati, ma anche delle nazioni che più si stanno adoperando per valorizzare vigneti e uve centenarie, cadute nel dimenticatoio.
E il caso, ad esempio, del recupero della Verdejo negra e dell’Albarin bianca, che tra qualche anno potranno arrivare fin sulle nostre tavole. Mentre le coltivazioni si stanno spingendo sempre più verso le montagne, in modo da sopperire al cambio climatico che negli ultimi anni ha fatto anticipare la vendemmia di almeno un paio di settimane.
Al di là di questo, se la qualità aumenta, la produzione e il consumo diminuiscono sensibilmente di anno in anno. Lo scorso anno si sono prodotti 39 milioni di ettolitri, rispetto ai 43 dell’anno prima, mentre il consumo (meno di 25 litri a persona all’anno) ha subito un calo attorno al 10%. Dal canto loro, le esportazioni sono cresciute nel 2007 solo del 6,6% in volume, ma del 12,4% in valore, a quota 1,83 miliardi di euro. Cifre queste che pongono la Spagna alle spalle di Francia e Italia (nonostante sia leader in superficie coltivata con 1,17 milioni di ettari), ma con un obiettivo al 2010 di balzare in testa alla classifica dell’export, grazie a investimenti per 133 milioni di euro promossi dal Governo.
Il vino, in Spagna, si coltiva in quasi tutte le Regioni del Paese. Dalla Galizia alla Catalogna, dalla Castilla e Leon all’Andalusia. Ma senza dimenticare le Isole Canarie, la Navarra, l’Aragona e Madrid. L’area principe è la Rioja che concentra il 40% delle vendite di vino Doc, seguita dalla Ribera del Duero.
Ma va “forte” anche il Cava (vale a dire lo spumante), con grande successo all’estero. E poi il vino significa anche turismo. Soluzioni caratterizzate da un’elevata qualità: l’hotel dei Marques de Riscal, ad esempio, progettato da Franlc Gehry o le cantine disegnate da Zaha Hadid, Santiago Caltrava e Norman Foster che valgono sicuramente un viaggio.

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