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Il Sole 24 Ore

Caro futuro presidente del Consiglio … Le città del vino scrivono al premier che verrà… Riceviamo e pubblichiamo la lettera che le Città del vino hanno scritto al futuro presidente del Consiglio. “Caro candidato ti scrivo…” perché la promessa di un futuro eccellente per il nostro Paese non può prescindere dalla genuinità di un prodotto 100% italiano e dal successo crescente del suo indotto: il vino, la cui filiera produttiva nasce, si sviluppa e si conclude in Italia. Paesaggio, cultura e turismo enogastronomico rappresentano “il Bello e il Buono” del nostro Paese, e la produzione vinicola l’elemento fondante dello sviluppo locale e dell’alta qualità della vita che caratterizza prima fra tutti i territori rurali italiani. L’intensa attività dedicata alla tutela, alla promozione e all’innovazione del patrimonio paesaggistico e ambientale hanno fatto sì che, in poco più di venti anni, le Città del Vino siano divenute modello per eccellenza del “buon vivere” in Italia: dal Nord al Sud del Paese, oggi, queste realtà distinte e variegate sottoscrivono un documento, con sei punti fondamentali, per un confronto strategico con gli schieramenti politici candidati alla Presidenza del Consiglio, sull’esempio di un’attenzione che in Francia è ormai consolidata, al di là di ogni distinzione politica, e che invece in Italia ancora non trova la giusta considerazione e sensibilità.
I “sei punti” irrinunciabili che le Città del Vino sottopongono all’attenzione del futuro Presidente del Consiglio sono: la creazione di un unico “Ministero del Bello e del Buono” che riunisca agricoltura, cultura e turismo; la tutela del nostro patrimonio rurale e la conservazione degli eco-sistemi locali, attraverso lo sfruttamento delle energie rinnovabili; l’innovazione tecnologica e l’impianto di nuove reti di comunicazione, a sostegno del marketing dei territori rurali che ormai hanno una proiezione mondiale; l’incremento di attività di formazione e lo sviluppo di nuove professionalità di fronte all’elevata percentuale di integrazione sociale che sta dietro alla produzione delle eccellenze italiane; il rifinanziamento delle legge sulle Strade del Vino (268/99) e lo stanziamento di nuove risorse perché aziende e Comuni possano potenziare l’offerta di servizi che ruota intorno agli itinerari enogastronomici, mete irrinunciabili del turismo in Italia; un rinnovato sostegno a favore di campagne di educazione al gusto per i consumatori contro ogni abuso sia alcolico che alimentare e in favore della sicurezza alimentare, e di una corretta informazione sugli effetti benefici del vino sulla salute dell'uomo.
Ecco, più in particolare, i “sei punti” delle Città del Vino, associazione nazionale di cui fanno parte 553 comuni e 30 tra province, comunità montane, strade del vino e parchi, corrispondenti al 6,7% dei comuni, al 70% del vigneto Italia, all’89% dei vini Doc, Docg e Igt, al 15% dell’offerta turistico-ricettiva e al 22% degli agriturismi del nostro Paese:
1 - Tutela dell’ambiente e del patrimonio rurale italiano, della sua storia e cultura secolari, tramite politiche a favore della conservazione degli eco-sistemi locali e che puntino allo sfruttamento delle energie rinnovabili.
2 - Innovazione tecnologica e nuove reti di comunicazione perché tutti i territori rurali italiani possano sviluppare al meglio le loro attività imprenditoriali e di promozione, considerando che oggi oltre il 70% delle prenotazioni in strutture ricettive avviene via web.
3 - L’elevata percentuale di integrazione sociale che sta dietro alla produzione delle eccellenze italiane suggerisce lo sviluppo di attività di formazione che consentano alle imprese agricole di creare nuove opportunità di lavoro per favorire la crescita socio-economica sia degli abitanti dei territori sia di coloro che per motivi diversi scelgono di vivere nel nostro paese, mantenendo quelle tradizioni che rendono unici al mondo i nostri prodotti.
4 - La creazione di un “Ministero del Bello e del Buono” che riunisca agricoltura, cultura e turismo, punti cardine della nuova grande industria del settore enoturistico che ad oggi può ancora sviluppare l'80% delle sue potenzialità disponibili.
5 - Il rifinanziamento delle legge (268/99) a favore delle 140 Strade del Vino ufficialmente riconosciute - fondamentali strumenti di promozione integrata del territorio, che ad oggi presentano delle grandi differenze di capacità operativa - e lo stanziamento di nuove risorse perché aziende e Comuni possano potenziare l’offerta di servizi che ruota intorno agli itinerari enogastronomici, principali motivazioni del viaggio in Italia insieme all’ambiente e alla cultura.
6 - il sostegno a favore di nuove campagne di educazione al gusto per i consumatori con particolare attenzione ai giovani, contro ogni abuso sia alcolico che alimentare e in favore della sicurezza alimentare, e di una corretta informazione sugli effetti benefici del vino sulla salute dell'uomo, come dimostrano numerosi studi e ricerche a livello internazionale.
Insomma, caro futuro Presidente del Consiglio, è attraverso la qualità del vino che si promuove l'intero marketing territoriale. L'enogastronomia rappresenta oggi uno dei motivi di attrazione del turismo in Italia, insieme al paesaggio e alla nostra storia. Per questi motivi il nostro Paese può aspirare ad un ruolo sempre più centrale a livello mondiale come promotore del turismo enogastronomico, i cui dati (più di 4 milioni di enoturisti e 2,5 miliardi di volumi di affari) sono destinati a raddoppiare, grazie alla ricchezza del nostro patrimonio paesaggistico, storico e soprattutto enologico, fatto di prodotti unici e eccellenti, frutto di vitigni autoctoni e antichi e di territori assolutamente ben conservati. Le aziende agricole sono ormai delle imprese moderne dove tradizione e nuove tecnologie passano sotto l’occhio vigile e attento dell'imprenditore un tempo semplice vignaiolo. A fare di un vino un prodotto eccellente è soprattutto la qualità della vita che un territorio è in grado di esprimere, dove l'alta qualità dei servizi risulta inseparabile dalla buona conservazione dei beni storici, culturali e delle risorse ambientali al fine di incrementare lo sviluppo locale”.

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