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Il Sole 24 Ore

Trova consensi il federalismo Pac ... L’idea di rilanciare il federalismo in agricoltura, attuando in Italia la regionalizzazione dei premi Pac, lanciata dal neo ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, comincia a trovare consensi anche sul fronte degli assessori regionali all’Agricoltura. Che, tuttavia, sottolineano la necessità di approfondire l’impatto che questa misura avrebbe sull’agricoltura italiana, in rapporto alle due opzioni previste dalle proposte di riforma. La prima, più soft, prevede un livellamento dei premi tra i beneficiarai storici; la seconda, più drastica, introduce per gli Stati membri la possibilità di spalmare il plafond nazionale di premi Pac (quello italiano è di 4,2 miliardi) includendo anche le coltivazioni finora esclusi dai sussidi.

“È un’ipotesi che va approfondita - afferma Enzo Russo, assessore della Puglia e coordinatore degli assessori regionali all’Agricoltura -. Certo, dopo le ultime riforme Pac sul disaccoppiamento dei premi e il rafforzamento della politica dello Sviluppo rurale, i cui piani sono di esclusiva competenza regionale, anche la regionalizzazione si muove in questa direzione. Sicuramente è un tema che intendo inserire nell’agenda del primo incontro che avrò, mi auguro a breve, con il ministro Zaia”.

Anche l’assessore del Piemonte, Mino Taricco, valuta questa opzione in linea con il nuovo scenario della Politica agricola Ue indotto dal disaccoppiamento e dalla liberalizzazione delle colture. “Il problema - spiega - è come governare questa transizione ed evitare di mettere in crisi quei settori che finora avevano potuto contare su aiuti comunitari più sostanziosi”. Va dritto al cuore
del problema, anche se ci tiene a precisare che parla a titolo personale, l’assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Tiberio Rabboni: “Una volta superati i criteri con i quali erano stati calcolati gli aiuti prima e i titoli Pac ora - afferma - resta un problema di differenziale di competitività tra aziende che operano nello stesso settore o anche in aree vicine. Spalmare su tutto il territorio o per aree omogenee gli aiuti significherebbe razionalizzare il sistema. Prima, però, bisogna fare verificarne l’impatto”.

Intanto, sull’altro fronte aperto dal ministro Zaia - un aumento maggiore delle quote latte per i Paesi più deficitari, come appunto l’Italia - dal Consiglio informale dei ministri agricoli Ue, in corso in Slovenia, rimbalzano notizie contrastanti. Da una parte il commissario Ue, Mariann Fischer Boel, ha detto di essere “aperta a discuterne nell’attuale negoziato di riforma della Pac”. Ma sono confermate anche le resistenze di Paesi eccedentari come la Francia e la Germania, che le quote, se potessero, non le cancellerebbero mai.

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