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Il Sole 24 Ore

Dall’Argentina il vino “su misura” ... La prima indicazione d’importanza del settore vitivinicolo argentino arriva in
quota. A bordo di Ufl747 di Aerolineas Argentinas, in volo tra Buenos Aires e Mendoza, si ha la reale percezione delle grandi estensioni di terra destinate alla produzione di vino nella regione di Mendoza, omologa del Chianti.
E a bordo si incontrano dei passeggeri un po’ speciali: quattro imprenditori francesi in missione proprio a Mendoza con un obiettivo chiaro: “Studiare le tecnologie argentine”. Impensabile solo pochi anni fa. Imparare da qualcun altro, per di più dal Sud del mondo, sarebbe stata eresia per un francese. Invece Bernard, Luis, Michel e Jacques, sono qui “per osservare da vicino, pronti a riconoscere i progressi di un settore dove l’applicazione della tecnologia ha prodotto risultati stupefacenti”.
I numeri parlano chiaro:
l’export argentino, nel 2007,è cresciuto del 32% rispetto al 2006. E, secondo il Fondo vitivinicolo di Mendoza, una sorta di Camera di commercio del settore, le prospettive sono di un’ulteriore impennata. L’Argentina, d’altra parte, è già il quinto produttore al mondo. Sia chiaro, la tradizione non è quella francese né quella italiana, e la crescita più vigorosa è relativa agli ultimi anni. “Non si possono fare miracoli in vent’anni - spiega Michel Rolland, uno degli enologi francesi più conosciuti - ma l’Argentina ci è quasi riuscita”.
La tecnologia gioca un ruolo cruciale. Rodrigo Carratero, direttore della Cantina de Chandon, spiega a Il Sole 24 Ore che dalla produzione alla distribuzione la tecnologia ha spinto il settore a livelli di produttività esemplari. A seconda delle necessità possono rendere omogenei oppure differenziare i prodotti.
Un esempio? “Con un microssigenatore diamo intensità al colore del vino e al suo profumo, caratteristiche molto apprezzate dai clienti di Stati Uniti e Inghilterra”.
“Abbiamo fatto di necessità virtù” dice Rafael Squassini, direttore commerciale della Bodega (alias Cantina) Dante Robino. Il rapporto tra consumo interno ed esportazioni è molto peculiare: il giro d’affari del settore è di 1,2 miliardi dollari all’anno. Di cui 656 milioni di dollari da esportazioni. “Ecco perché in Argentina abbiamo sviluppato tecnologie capaci di variare il sapore, il profumo, il colore, a seconda del cliente”. La Dante Robino esporta in 39 Paesi, prodotti “su misura”. I russi, per esempio, chiedono lo spumante con sapore di ananas e i venezuelani lo spumante alla mora. E tutti vengono accontentati.
Prossimo obiettivo: la conquista di mercati europei più sofisticati.
Oltre alla tecnologia un altro vantaggio è il clima. La Cordigliera delle Ande, per le sue caratteristiche prettamente orografiche, è l’ideale per proteggere la regione di Mendoza dai cambiamenti climatici e dai rialzi di temperatura che sono sempre la peggiore minaccia. Anche per questo i produttori cileni, primi concorrenti, comperano vigneti a Mendoza e producono con il marchio cileno. Ma questa è un’altra storia dal Sud del mondo.

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