“Io, vignaiolo per amor di terra” ... Gavino Sanna, dagli spot alla barrique... Gavino Sanna Miglior Vignaiolo Emergente secondo la giuria del Premio Veronelli 2008! Cosa mi ha portato a reinventarmi - con successo parrebbe - vignaiolo dopo 50 anni di onorata carriera nella pubblicità? A investire il mio talento e le mie energie in questa parte della Sardegna, il sud del Sulcis Iglesiente, battuta dai venti e con un clima quasi africano? Semplice, l’amore per la mia terra. Perché di vitivinicultura - lo confesso - non capisco granché. Non parlatemi di Guyot o malolattica, questi aspetti li lascio all’agronomo Emanuele Porcina e al nostro abile enologo, Piero Cella. Io in questa inedita esperienza ho messo tutto il mio affetto filiale per questa terra-madre che non ho mai smesso di amare. Nei lontani anni americani come nelle frenetiche giornate milanesi al rientro in patria.
E ora da “pensionato”, sono tornato alla mia isola offrendole in dono quello che so fare meglio. Perché ciò che ho sempre voluto fare, sin dal primo giorno in cui visitai i “miei” primi ettari a Sant’Anna Arresi, nella valle di Porto Pino; non era solo vendere vino, ma vendere la mia terra, la mia “casa”. Celebrarne la bellezza, la generosità e cultura, le sue meraviglie, attraverso uno dei suoi preziosi tesori: il vino. Ho sempre definito questa mia avventura come “la mia ultima campagna pubblicitaria per la Sardegna”, con una comunicazione che non passa attraverso gli spot o le pagine sulla carta stampata, ma che si esprime con il sapore deciso del Carignano, o attraverso la freschezza marina del Vermentino. La mia Sardegna, quella che ho nel cuore, generosa e buona come solo una madre sa essere, il luogo delle mie radici, che oggi racconto attraverso colori, aromi e profumi che raccolti in un bicchiere arrivano in tutto il mondo a offrire a chi ancora non la conosce la sua anima, il suo valore.
Per l’occasione ho voluto regalarle un vestito, raffinato e bello come solo i costumi da festa di queste parti sanno essere. Per il suo prezioso contenuto ho disegnato bottiglie scure, che richiamassero l’austerità e dignità delle donne che qui hanno sempre tramandato i valori più sinceri dell’isola. Questo abito elegante l’ho poi ornato con piccoli cammei, etichette minimali che, sopra un punto di colore, riproducono in uno stile moderno i tradizionali arazzi sardi. Come retroetichette non semplici indicazioni di servizio e doverose informazioni di legge, ma piccole poesie che raccontassero con un di po’ magia caratteri del vino e della terra da cui nasce.
Così volevo fosse la mia Sardegna, in un connubio di bellezza e bontà che non a caso gli antichi Greci reputavano sommo valore etico. E quest’ultimo premio, che mi è stato assegnato da una qualificata giuria “perché dopo essersi qualificato come il più brillante pubblicitario italiano comunicando attraverso la carta stampata, la radio e la tv, sta sperimentando adesso la comunicazione per mezzo del vino. Lo fa nella sua terra natale, la Sardegna e non opera per conto terzi:
il vino lo produce lui stesso con un’azienda, Mesa, di cui è proprietario; mi riempie particolarmente di gioia non solo per la sua autorevolezza, ma perché coglie appieno lo spirito che mi ha portato a questa nuova ‘carriera’. Così ogni tanto, quando dalla cantina osservo i filari così ordinati che sembrano pettinati, le colline che al tramonto si colorano di rosa e il vento che dalla vicina baia porta profumo di mare e macchia, in quei momenti sembra quasi che la mia isola voglia dirmi “bentornato a casa”.
Allora sono felice di essere diventato vignaiolo per amore suo e di riuscire a dare alla Sardegna un altro motivo di cui essere orgogliosa. E mi auguro sempre che chi assaggiai nostri vini oltre a goderne la bontà, possa in qualche modo “sentire” un po’ di questa bellezza naturale e unica.
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