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Il Sole 24 Ore

In Puglia clandestini sotto il sole ... Per una cassa di primizie da 350 chili un bracciante clandestino o in nero guadagna 3,50 euro, 4 nei casi migliori. Si arriva a 20 euro se il pagamento è giornaliero. Per il trasporto nei campi, invece, la tariffa corrisposta ai caporali può raggiungere l’euro a persona per chilometro. E questa l’altra faccia della medaglia dell’immigrazione italiana: quella irregolare. Lo scenario che ogni anno si ripete, dai primi mesi dell’estate all’autunno, nel Tavoliere delle Puglie, dove la raccolta dei pomodori e la vendemmia attirano un vero e proprio esercito di clandestini, richiedenti asilo o lavoratori in nero.

Secondo i dati dell’ultimo rapporto di Medici senza frontiere (Msf) - “Una stagione all’inferno” - la zona più critica è la provincia di Foggia: l’84%
dei braccianti irregolari incontrati nei campi vive in casolari abbandonati, il 79% non ha accesso all’acqua, il 93% non ha riscaldamento mentre il 73% non può usufruire di servizi igienico sanitari. “Dietro le quinte di questo sfruttamento - spiega Antonella De Benedittis, coordinatrice di Oasb, una delle prime comunità a mappare il fenomeno - non c’è un’unica regia. Il dato certo è che nessuno può operare come caporale senza il consenso delle organizzazioni criminali locali”.

L’altro punto critico è di carattere giuridico. L’articolo 13 della legge n.228/03 e l’articolo n.8 del Testo Unico per l’immigrazione tutelano le persone vittime di tratta finalizzata allo sfruttamento. “Ma può accadere che restino inapplicati e che il clandestino che denuncia una situazione di sfruttamento Venga espulso”, spiega Antonio Nappi, tra i responsabili del progetto della Regione Puglia “Città Invisibili” che insieme all’Unità di Strada (UdS) di Oasi2 e alcune associazioni di Bari e Foggia, offre assistenza a quanti lavorano nei campi. Tutto dipende dal contenuto delle denunce, poche e spesso prive di elementi utili alle indagini.

Per rispondere all’emergenza del lavoro sommerso, la Regione Puglia ha messo in atto diversi progetti. Si va dalle navette a disposizione degli imprenditori per bypassare i caporali, agli sportelli informativi mobili, alla creazione di un voucher per prestazioni di lavoro occasionali, mirato a fare emergere il lavoro sommerso che secondo Msf coinvolge I’88% degli stagionali.

L’organizzazione ha inoltre predisposto punti mobili di assistenza sanitaria in coordinamento con la Regione Puglia. “Le malattie più diffuse tra i lavoratori clandestini - spiega Antonio Virgilio, responsabile per il progetto “Stagionali” di Msf - sono principalmente dovute alle condizioni di vita e di lavoro in cui vengono tenuti. Si vada infezioni delle vie respiratorie a gastroenteriti e lombosciatalgie”.

Per definire un quadro completo dell’illegalità ci vorranno anni; come conferma Antonio Nappi: “I clandestini vengono spostati per evitarne il riconoscimento in modo che l’Uds spesso riesce solo ad avere un contatto superficiale con i braccianti”. E i dati forniti dagli operatori di Oasb confermano il turn over messo in atto dai caporali: nel primo semestre del 2008, il 40% delle oltre 300 persone incontrate è risultato essere vittima di sfruttamento lavorativo e, di questi, il 63% risultava contattato per la prima volta. In estate questi dati aumentano vertiginosamente.

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