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Il Sole 24 Ore

Il gruppo Muratori avvia in Toscana la cantina ecologica ... “La cantina che non c’è”, lo slogan che ha preannunciato l’inaugurazione della nuova cantina dei Fratelli Muratori, è diventata ieri realtà. Ma si commette un errore a pensare di arrivare a Rubbia in Colle, sulle colline toscane di Suvereto, e di imbattersi in una costruzione che ricordi sia pure minimamente la presenza di uno stabilimento vinicolo.
O meglio, l’impianto c’è eccome, visto che copre una superficie totale grande come dieci campi di calcio, circondata da 80 ettari di vigneti coltivati a Sangiovese, Cabernct Sauvignon, Merlot e Shiraz. Il tutto costato una ventina di milioni di euro su un totale di 75 milioni che i fratelli Bruno, Diego, Giuliano e Giorgio Muratori, industriali tessili bresciani, hanno investito in una manciata di anni per realizzare un network vitivinicolo di 180 ettari, Nel 2005 è stata la volta dell’inaugurazione di Villa Crespa in Franciacorta, dove c’è anche la sede generale del gruppo tessile Gemme Filati, fondato dal padre Giovanni nel 1967. Un anno fa la tenuta Giardini Arimei di Ischia, che, con Oppida Aminea nel Sannio, produce vini ‘gialli’ da conversazione. E ora il gioiello toscano disegnato dall’architetto Massimo Pagliari di Brescia. Che ha appunto concepito un impianto di vinificazione sotterraneo (in un ipogeo), la cui realizzazione ha richiesto tre annidi lavoro e l’impiego di 100 addetti.
Tutto ciò che si vede arrivando a Rubbia dalla vicina costa toscana di San Vincenzo sono le vigne, gli ulivi, quindi un laghetto artificiale per l’eventuale irrigazione di soccorso e un impianto fotovoltaico, grazie al quale la cantina è già autosufficiente dal punto di vista energetico, con impatto ambientale zero.
Per scoprire che dentro la collina esiste un’anima che vive, bisogna attendere l’arrivo dei carri che trasportano l’uva appena vendemmiata, e vederla scaricata nelle tramogge per la diraspatura. Dopo di che il viaggio della materia prima che diventerà vino prosegue per caduta gravitazionale nelle viscere della terra. Dove, invece, c’è tutto e di più di quello che è un enopolio moderno deve avere. Compresa una barricaia che per il momento ha “solo” 922 pezzi, destinati a raddoppiare entro due anni, quando tutti i vigneti saranno produttivi.
Per ora sono disponibili circa 400mila bottiglie tra Sangiovese prodotto in purezza e altre tre linee di vini di taglio bordolese. Una quantità che sale a 1,3 milioni con le bollicine di Franciacorta e i vini delle due tenute campane, e destinate per metà al mercato domestico e per l’altra metà esportate.
“Con Rubbia in Colle - ha detto il presidente del gruppo Bruno Muratori, inaugurando l’impianto - il nostro progetto agricolo che abbiamo definito “arcipelago” decolla. Tutto quello che abbiamo fatto è stato realizzato avendo cura di disporre di prodotti che siano l’espressione più genuina del territorio e di salvaguardare l’ambiente”.

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