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Il Sole 24 Ore

Piacciono i banchetti in stile medioevale ... L’interesse per usi e costumi gastronomici del Medioevo rientra nel più ampio fenomeno delle rievocazioni storielle, nate spontaneamente in più Paesi almeno un 10-15 anni fa-. “In Francia e Regno Unito - inquadra Maurizio Cali dell’Associazione culturale Italia medievale, www.italiamedievale.org - queste iniziative hanno un forte collegamento col mondo accademico, in Italia meno”. Sta di fatto che, specie in estate, è un fiorire di feste a tema con “cote” culinario, organizzate da enti culturali o dai Comuni o, spesso, dalle pro loco.
A Castrocaro Terme, sabato 29 novembre si terrà la quarta serata 2008 intitolata “In taberna”, 35 euro, prenotazioni allo 340/1281070. “120-30 ospiti - promette Gaia Cavalloni dell’associazione La rosa dei venti - visiteranno la Rocca di Castrocaro per poi rivivere l’atmosfera di una serata in una taverna medievale. Il piatto forte è l’ambrogino di porco, stufato in latte di mandorle. In più c’è tutta l’animazione con figuranti, musici, giochi di dadi e simulazioni di risse, persino un ballo di gruppo”.
Stessa impostazione per le tre cene medievali che da vent’anni si tengono ai primi di agosto nel grande salone della Rocca Malatestiana di Verucchio. “Con 50 euro - racconta Elena Rodriguez dello Iat - si gusta un menu preparato da uno chef e ci si lascia coinvolgere dalla teatralizzazione di una vicenda medievale. Vengono per lo più compagnie di amici ma anche coppie che festeggiano occasioni speciali”.
Diversa la formula con cui da un paio d’anni Gradara, sulle colline fra Romagna e Marche, arricchisce i tradizionali festeggiamenti per la chiusura della Porta del borgo con una rete di ristoranti e osterie del posto che propongono menu rigorosamente medievali. Così fanno Il Bacio, l’Osteria di Paolo e Francesca, da Berto. Sandro Alessi, titolare di La Botte, precisa: “Visto il successo, quest’anno continuiamo anche in inverno con una data al mese, le prossime il 14 novembre e il 12 dicembre. I prezzi sono sui 30 euro, con camerieri e personale di sala in costumi d’epoca. La cucina è molto speziata e l’organizzazione della tavola è come all’epoca, senza forchette e con un piatto ogni due commensali”.
Anche la cittadina di Orte ogni anno fa onore al suo passato medievale e per chi vuole fare le cose in grande c’è l’intero banchetto nuziale di Sponsalia, manifestazione estiva che da vent’anni l’associazione Palio del duca organizza ad Acquaviva Picena per rievocare il matrimonio fra Forasteria degli Acquaviva e Rainaldo dei Brunforte, anno 1234. Nella Fortezza, il menu è servito fra bracieri, fiaccole, musiche, canti e balli medievali e ripropone le specialità della corte dei duchi, costo 65 euro. Anche a Monteriggioni, borgo costruito nel Duecento dai senesi per difendersi dai fiorentini e tutt’ora abitato, ogni anno per tre giorni entra in funzione la macchina del tempo e tutto torna medievale, manicaretti compresi. Quando si parla di cucina medioevale, però, bisogna precisare alcune cose. Primo che all’epoca non esistevano ricettari precisi, al massimo un elenco di ingredienti, e dunque ogni ricetta (ri)proposta oggi è per definizione una libera interpretazione. Anche perché le materie prime non sono certo le stesse, le tecniche di coltura e allevamento sono cambiate e i sapori di allora non sono ricreabili. Patate, mais e peperoni non esistevano ancora - dunque diffidiamo da chi li dovesse inserire in ricette “medioevali”- mentre andavano forte birra e spezie. A metà del secolo zafferano e zenzero facevano la parte del Leone, seguiti da cannella, cardamomo, sommacco, galanga. Molto tipici l’ippocrasso, vino speziato di uso quotidiano, gusto dolciastro, e il garum, onnipresente salsa di pesce. Se poi volessimo riproporre questi gusti antichi ai nostri ospiti a casa, allora il tocco di classe sarebbe apparecchiare alla medievale. Maioliche Baviello propone una linea di piatti, caraffe, vassoi di ceramica a effetto terracotta, il “necessaire” per dieci persone sotto i cento euro.

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