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Il Sole 24 Ore

Il marchio Bolla torna italiano ... Brown-Forman vende a Giv... Il marchio Bolla torna italiano. La casa vinicola veronese, fondata nel 1883 e da otto anni di proprietà del colosso degli spirit Brown-Forman, starebbe per passare al Gruppo Italiano Vini controllato dalla coop del vino. Le Riunite Civ&Civ. Fonti americane danno per certa la firma dell’operazione entro fine settimana. Il gruppo americano, sotto la guida di Paul Varga, avrebbe deciso di uscire dall’attività enologica per concentrare le proprie energie nel core business dei superalcolici, contando su brand come il bourbon Jack Daniel’s, la vodka Finlandia, la tequila Herradura e decine di altri. Bocche cucite a Calmasino di Verona, sede del Giv con il presidente Vanis Bruni e l’amministratore delegato Emilio Pedron, ufficialmente dati in viaggio all’estero. Inutile insistere per avere altri particolari, filtrano indiscrezioni su un nuovo assetto strutturale e sul via a un nuovo piano industriale, a seguito della recente fusione avvenuta nella compagine di controllo. Bolla, con 15 milioni di bottiglie vendute in 70 Paesi è stata una delle prime aziende a esportare Soave e Amarone, conquistando una notorietà che ha suscitato l’attenzione di grandi gruppi esteri. Tra questi Brown-Forman, che nel 1968 rileva una partecipazione minoritaria nell’azienda veronese, e acquisì nel 2000 l’intero capitale. Degli eredi Bolla, Pierluigi è ora tra i leader nel distretto del Prosecco con il marchio Valdo, mentre Francesco fa vini rossi a Poggio Verrano, in Toscana. Se l’operazione rientro del marchio Bolla andrà a buon fine, come pare, per il Giv (Lamberti, Santi, Nino Negri, Melini, Bigi, Rapitalà, Castello Monaci) si tratta di un colpo formidabile che ne rafforza struttura e la capacità sui mercati domestico e internazionale. Rafforzamento strategico pensato e realizzato in un momento congiunturale difficile, ma favorevole a chi ha risorse da investire. E il Giv evidentemente le risorse le possiede, con 85 milioni di bottiglie vendute nel 2007, per il 70% all’export, 294 milioni di euro di consolidato e 13 milioni di cash flow.

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