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Il Sole 24 Ore

L’export alimentare sale a 20 miliardi ... Nel 2008 crescita dell’8%... Il dato per quanto ancora provvisorio è sorprendente. A pochi giorni dalla fine dell’anno e con una congiuntura domestica che tende a ripiegarsi su sé stessa, l’alimentare italiano confida di chiudere il 2008 con l’export in crescita del 7-8%. Che è, sì, una percentuale dimezzata rispetto al delta segnato nei primi sei mesi, ma in valore assoluto pesa quanto possono pesare 20 miliardi di euro. Cifra che sbriciola i record precedenti e fa giustizia dei timori che via via si sono accavallati in questi mesi di turbolenza finanziaria. Per il presidente di Federalimentare Giandomenico Auricchio, questo risultato conferma “la fiducia che i nostri cibi e bevande godono sui mercati internazionali”. Ci possono essere congiunture difficili per tutti, “ma quando si tratta di fare delle scelte aggiunge, i consumatori non hanno dubbi nello scegliere i prodotti che sommano qualità, gusto e sicurezza. L’ offerta italiana è fatta di questi prodotti, il che spiega i 20 miliardi di quest’anno”. Un record che Auricchio ritiene possa essere migliorato ulteriormente, a patto che non ci si scordi di fare investimenti opportuni e mirati. A questo proposito il numero uno di Federalimentare avverte che “nel2009 si potranno verificare assestamenti nei trend di produzione e di export. Per fronteggiare questo rischio l’industria alimentare auspica di potere contare sempre più su alleati validi come l’Ice e le altre istituzioni, con le quali da tempo collabora nel portare l’immagine della buona tavola made in Italy nel mondo”. Un lavoro che ha fatto compiere all’export una crescita di quattro punti negli ultimi due anni. Non a caso Auricchio fa notare che “dal 1996 al 2006 il rapporto fatturato-export dell’alimentare italiano è rimasto inchiodato al 14%, mentre tra il 2007 e 2008 questo rapporto è arrivato 18%”. Un risultato che, anche in questo caso, è ipotizzabile migliorare. Come “è doveroso” migliorare gli umori degli stessi imprenditori “che mai come nell’ultimo anno sottolinea il presidente di Federalimentare sono finiti sul banco degli imputati, accusati ingiustamente di avere speculato sulla pelle dei consumatori, quando è noto che gli aumenti dei prezzi sono stati generati da fattori internazionali”. La prova per Auricchio “sta nella dinamica dei prezzi alimentari alla produzione che sta rientrando con estrema rapidità: a settembre l’indice tendenziale si è fermato al 6,4%, quattro punti meno di giugno. E la proiezione a gennaio 2009 è di scendere al livello dell’inflazione”. Insomma, l’alimentare è tornato a essere quel settore anticiclico che è sempre stato.

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