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Il Sole 24 Ore

Le Fiere: iniquo tassare le aree
per le esposizioni ... In arrivo gli accertamenti... Mentre il sistema delle Fiere italiane, tra mille difficoltà interne ed esterne, cerca di far fronte comune alla crisi, la richiesta dell’Ici sugli spazi espositivi rischia di complicare i bilanci di un settore che nel complesso fattura un miliardo di euro. Del problema Ici si è parlato ieri a Milano durante l’evento dedicato a Fiere e Made in Italy ospitato dalla Fiera di Milano, guidata da Michele Peni.
“L’Ici per le Fiere sarà un bagno di sangue”, dicono gli addetti ai lavori, riferendosi alle previsioni del collegato fiscale alla Finanziaria 2007 (decreto legge 262 del 3 ottobre 2006 convertito con legge 286/2006). In questi giorni stanno arrivando gli accertamenti notificati all’indirizzo di Fiere importanti come quelle di Verona e Milano.
Per gli operatori la tassazione Ici sulla base dei metri quadrati di estensione dei padiglioni fieristici è un controsenso poiché le Fiere utilizzano i propri spazi per un ammontare di circa cento giorni all’anno e, quindi, di fatto utilizzano i propri spazi volumetrici per un terzo. E poi, non tutti gli spazi di proprietà delle Fiere sono ad uso commerciale. L’introito complessivo per l’Erario da questa operazione sarebbe di circa 10/12 milioni di Euro, una cifra molto bassa in assoluto che, però, per il sistema fieristico comporterebbe costi molto elevati, specie per gli enti fieristici di dimensioni ridotte che rischierebbero di scomparire.
“Perché, sempre in ambito ficale - suggerisce Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, vice di Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane) e di Emeca (European major exhibition centres association) - non si detassano gli utili reinvestiti nell’innovazione e nello sviluppo di iniziative di promozione e di affiancamento delle imprese italiane all’estero? La misura
- aggiunge Mantovani - servirebbe a incentivare tasso di innovazione e internazionalizzazione di un sistema che ha bisogno di un’ulteriore spinta nella trasformazione degli organizzatori fieristici da fornitori di quartieri/spazi espositivi a erogatori diretti o indiretti di servizi al sistema delle imprese”. L’orientamento è emerso
dall’ultima assemblea di Emeca, l’Associazione che riunisce i 21 centri fieristici più importanti in Europa, che si è svolta di recente a Parigi:
ovvero laproposta di un indirizzo comune di azione orientato alla defiscalizzazione di tutti i proventi derivanti da eventi organizzati da Fiere Europee all’estero. “Il driver
- conclude Mantovani - diventa, quindi, l’internazionalizzazione delle aziende soprattutto in mercati in continua crescita in cui è necessario prendere il passo ed effettuare investimenti che, una volta terminata la crisi, potrebbero rivelarsi molto utili e ben direzionati”.

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