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Il Sole 24 Ore

Tasca: “Il mondo del vino ha bisogno di valori veri” ... La crisi, che da finanziaria ha finito per travasarsi pesantemente nel mondo dell’economia reale, sta mettendo a repentaglio gli equilibri di molte imprese del Belpaese. Comprese quelle del settore agroalimentare che, per quanto patrimonializzate siano e meno esposte alle bufere di capitali, devono comunque confrontarsi con una domanda più attenta e risparmiosa del solito. Il fenomeno non risparmia il mondo del vino.

Eppure è proprio da quest’ambito che si alza la voce del conte Lucio Tasca d’Almerita, nome autorevole della vitivinicoltura siciliana che della crisi non ha timore. Anzi, non esita a definirla “per molti versi provvidenziale”, lasciando così intendere che anche il mondo del vino ha dimostrato di subire le forme degenerative del modello consumistico prevalente negli “anni da bere”.

“Le crisi - commenta Tasca d’Almerita - arrivano perché c’è qualcosa che non funziona più correttamente. Eppure in quella che stiamo vivendo intravedo clementi positivi”. In che senso? “Nel senso che è ora di fare pulizia, c’è bisogno di etica. In tanti, anche nel nostro settore hanno approfittato dell’euforia degli anni in cui tutto sembrava facile. Questa crisi ci ha i riportato alla realtà. Ora è bene I tornare a dare peso ai valori veri”, nel senso che “le imprese debbono guadagnare il giusto e i non debbono essere vessate da una burocrazia che rischia di frenare nuovi investimenti”.
Centottanta anni di storia alle spalle e una carrellata di vini pre stigiosi provenienti dai vigneti della tenuta di famiglia Regaleali (oltre mille ettari a cavallo tra le provincie di Palermo e Catanissetta), Tasca d’Almerita negli ultimi anni ha dimostrato una sorprendente vitalità che, grazie anche all’ingresso a pieno titolo in azienda dei figli Giuseppe e Alberto, si è tradotta in un primo momento nella riorganizzazione della rete commerciale, seguita da nuovi investimenti realizzati un po’ in tutta la Sicilia. Tra le operazioni di maggior rilievo c’è l’acquisizione della gestione dei vigneti dell’isola di Motia, dove l’arrivo di Tasca ha permesso di riportare in vita il vino dei Fenici: nel 2008 sono state prodotte 20mila bottiglie, “vendute in appena 20 giorni”, commenta soddisfatto l’imprenditore. Prima di Motia era stata la volta dell’isola di Salina, dovel’azienda oggi possiede sei ettari di vigneti di Malvasia, con annesso il resort Capofaro. Quindi l’acquisizione di venti ettari a Randazzo, sulle pendici dell’Etna: “Una terra eccezionale, generosa, dove la viticoltura regala vini rossi e bianchi di un altro mondo”. E infine, notizia di questi giorni, la gestione della tenuta Filiberto Sallier de la Tour di Monreale, dal nome del nipote del conte Lucio Tasca d’Almerita.

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