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Il Sole 24 Ore

Il vino esalta il mattone ... Turismo enologico. Nei territori ad alta vocazione vitivinicola i nuovi sviluppi non conoscono crisi... Ci pensa un buon bicchiere di vino a tirare su il mattone. Nei territori italiani a più alta vocazione vitivinicola il mercato immobiliare non sembra conoscere crisi. Relais a cinque stelle, casali di lusso, spa di vinoterapia e cantine d’autore. Tutto grazie all’attività di alcune aziende vinicole che, come moderni mecenati, scelgono di investire sullo sviluppo di un territorio. Non mancano i progetti, realizzati e su carta, che puntano a rilanciare intere aree sotto l’insegna del “buon bere”, dove il vino rappresenta un fattore determinate nelle trasformazioni urbanistiche. Sono più di 200 su 1.071 le cantine iscritte al Movimento per il turismo del vino che hanno sviluppato un agriturismo o una foresteria nelle vicinanze oppure all’interno delle loro tenute. Alcune hanno aperto un vero e proprio albergo e promuovono lo sviluppo del territorio circostante: Villa Contessa Rosa di Fontanafredda in Piemonte; Castello Banfi e il relais Borgo Scopeto in Toscana; il relais Le Tre Vaselle in Umbria; Villa Donna Lisa in Puglia; Villa Matilde in Campania, ed altri ancora.
L’azienda Masciarelli sta terminando una struttura ricettiva in Abruzzo, Mastroberardino ha appena aperto un relais con campo da golf ad Atripalda.

Un esempio calzante è il Borro dei Ferragamo, la tenuta di oltre settecento ettari di proprietà di Ferruccio Ferragamo che prende il nome dall’antico borgo medievale in cui si trova nel Valdarno, a pochi chilometri da Firenze: abbandonato per più di mezzo secolo oggi è completamente rinato grazie agli investimenti della famiglia e diventato un polo di attrazione turistica, con appartamenti in affitto, botteghe artigiane, cantine, case coloniche e una villa da sogno. Le vecchie case coloniche sono state ristrutturate e arredate con camini e mobili antichi e si possono affittare a settimana (da 1.400 a 1.800 euro per 4 persone). E l’anno scorso è stata la volta di altre tre residenze di lusso: il Podere Chiocci Alto (due edifici con piscina privata, da affittare interamente) e i due appartamenti Borro Cipriani e Borro Principessa.
A Torgiano (Pg) la famiglia Lungarotti, che nel 1978 ha aperto un hotel 5 stelle e il museo del vino, sta per inaugurare la vinoterapia: “Oggi l’albergo conta 70 stanze e a settembre apriremo la spa - afferma Chiara Lungarotti -. Spinti dai nostri stessi clienti abbiamo deciso di fare un investimento sul benessere, sempre legato al tema del vino”. Bagni tonificanti nel vino, prodotti a base di uve ed estratti naturali, tisane rilassanti a base di foglie di vite rossa, un business che arriva dalla Francia, dove Caudalìe ha inventato per primo la vinoterapia nella regione di Bordeaux nel 1999, oggi presente in franchising in varie parti del mondo.

Sempre a Perugia, il piano di sviluppo aziendale dei Todini prevede la riorganizzazione degli spazi all’interno della grande tenuta di Collevalenza, nel comune di Todi: dopo il relais e la nuova cantina - completata a maggio dello scorso anno - è ora prevista la costruzione di tre borghi caratteristici con 12 unità abitative ciascuno attraverso il recupero di strutture rurali pre-esistenti e di 13 ville unifamiliari. Il tutto per un investimento stimato intorno a 17 milioni di euro. “Abbiamo dei casolari in disuso, dopo il recupero, si può anche pensare di dismetterne una quota - afferma Stefano Todini -. Ad oggi sono già state ottenute le prime autorizzazioni e l’obiettivo è quello di iniziare i lavori dopo l’estate e, comunque, prima della fine dell’anno”. Non mancano però gli scettici che, davanti a questi investimenti, chiedono maggiori tutele per il territorio. Come precisa la Lungarotti, che è anche presidente del Movimento per il turismo del vino, “in queste zone gli investimenti immobiliari funzionano solo se fatti in modo giusto e sostenibile”.
Lo hanno ben capito le amministrazioni che fanno parte dell’associazione Città del Vino (600 comuni e altri 30 enti locali che rappresentano il 15% dell’offerta turistico-ricettiva in Italia): per far sì che le amministrazioni prendano coscienza della ricchezza di questi territori, anche dal punto di vista immobiliare, il network promuove la stesura di piani regolatori in grado di valorizzare i comprensori vitivinicoli di qualità, favorendo uno sviluppo equilibrato di nuove tenute turistico-ricettive. Al concorso per il miglior piano regolatore delle Città del vino del 2008 (le iscrizioni per il 2009 sono ancora aperte fino al 31 luglio) hanno vinto ex equo i comuni di Sizzano (No) e Castelnuovo Berardenga (Si): il primo, che dà il nome alla Doc Sizzano, per aver definito la zonazione vitivinicola dell’area su cui impostare la programmazione urbanistica, suddividendola in quattro aree in base ai differenti metodi di coltivazione; il secondo, che fa parte del territorio della Docg Chianti Classico, per aver proposto attività integrative (strade e centri di ricerca) volte al miglioramento e ampliamento del commercio e dell’offerta turistico-ricettiva locale

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