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Il Sole 24 Ore

Accordo Stato-Regioni sui fondi Ue ... Agroindustria. Definita la destinazione di un budget superiore al miliardo di euro... Dopo un braccio di ferro durato mesi il ministero delle Politiche agricole e gli assessori regionali all’Agricoltura hanno finalmente raggiunto un compromesso sull’applicazione in Italia dell’ultima riforma della Politica agricola comunitaria.
L’intesa, ratificata dalla Conferenza Stato-Regioni di giovedì, definisce la ripartizione tra regioni e settori produttivi di un plafond complessivo di oltre un miliardo di euro. Non si tratta di nuovi fondi per il settore, ma di una quota rilevante di aiuti comunitari il cui utilizzo è stato lasciato dalle ultime riforme Ue a scelte nazionali.
La fetta più importante di queste risorse è quella destinata allo sviluppo rurale. Circa 700 milioni di fondi comunitari (che salgono a 1,15 miliardi con il cofinanziamento) saranno prelevati dagli aiuti diretti agli agricoltori per finanziare misure orizzontali a sostegno della competitività delle imprese, energie rinnovabili e gestione delle risorse idriche. Le nuove
sfide ambientali di cui la Politica agricola Ue si sta facendo progressivamente carico.
Ma la partita più dura è quella che sì è giocata sul cosiddetto “articolo 68” della riforma, che prevede la possibilità di effettuare un’altra trattenuta sui premi comunitari per finanziare progetti per la qualità e assicurazioni in agricoltura. L’accordo, raggiunto a ridosso della scadenza fissata da Bruxelles, prevede un taglio del 3,8% degli aiuti diretti (che sale al 10% per i produttori di tabacco e zucchero) per alimentare un fondo di 316 milioni diviso sostanzialmente tra aiuti alla zootecnia al Nord e alla rotazione colturale al Centro-Sud. Con le Regioni che, dopo aver puntato i piedi di fronte al piano
presentato dal ministero, hanno ottenuto il dimezzamento del budget destinato a incentivare il ricorso alle assicurazioni in agricoltura, passato dai 120 milioni della proposta iniziale a 70. Un fondo specifico, oltre a quello destinato a sostenere la qualità di latte e carni, sarà creato anche per zucchero, olio e tabacco.
L’accordo è stato definito dal ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, “un grande successo, frutto di un intenso lavoro di squadra e di un impegno comune per l’agricoltura italiana”. Ma i commenti della associazioni agricole sono stati assai meno entusiastici. Se per Confagricoltura l’intesa rappresenta comunque “un compromesso che consente di applicare le novità della riforma Ue e far fronte alle difficoltà di alcuni settori”, per la Confederazione italiana agricoltori (Cia) la manovra “è insufficiente di fronte alle reali esigenze degli agricoltori e conferma la mancanza di una strategia complessiva e condivisa”. Strategia che appare tanto più necessaria alla luce della strada imboccata con decisione da
tutte le ultime riforme comunitarie, che delegano agli Stati membri la gestione di una quota sempre più consistente dei circa 50 miliardi di euro annui del budget agricolo europeo. Una flessibilità della quale non sempre l’Italia ha approfittato al meglio, come dimostrano anche i rituali nella spesa dei fondi per lo sviluppo rurale e le continue difficoltà ad individuare scelte e strategie condivise per un settore che attraversa una fase di forti difficoltà.
Un accordo è stato intanto raggiunto anche sulle modifiche al piano per la spesa dei tondi destinati al settore vitivinicolo: una partita da oltre 280 milioni puntati in gran parte sulla ristrutturazione dei vigneti, la promozione all’estero e la distillazione di crisi. Mentre sono rimaste sullo sfondo la altre opzioni lasciate da Bruxelles all’Italia, dall’abolizione dei premi inferiori a 400 euro annui fino alla regionalizzazione degli aiuti, l’ipotesi più innovativa della riforma che prevede un aiuto forfetario per ettaro uguale per tutti i settori.

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