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Il Sole 24 Ore

Simest in campo verso i Bric ... Oltreconfine. La finanziaria pubblico-privata vara 13 nuovi progetti di intervento stanziando 43 milioni di euro ... Attivati investimenti aziendali per 233 milioni - La Russia è il paese più “gettonato”... L’Italia non si limita solo a esportare vino spumante in Russia. Ora lo produrrà direttamente in loco, attingendo a mosti e vini importati dalla Penisola e altri paesi europei. L’iniziativa è della Luigi Bosca di Canelli, azienda storica fondata nel 1831 che, dopo avere realizzato chiavi in mano un maxi-impianto da 20 milioni di bottiglie l’anno con il gruppo alimentare Neral di Ufa, negli Ural, dal prossimo mese di aprile farà partire il ciclo di imbottigliamento con il marchio Bosca Anniversary. Tutta la fornitura relativa a macchinati e tecnologie è rigorosamente made in Italy, assicura Pia Bosca, sesta generazione, alla guida dell’azienda piemontese.

L’investimento della Bosca porta la firma (con il 10%) anche della Simest, la società pubblica che assiste le imprese italiane negli investimenti all’estero e che nell’ultimo Cda ha dato il via libera a una serie di progetti che la vedono partecipe in modo diretto o tramite il fondo Venture Capital. Un’attività, quella di Simest, che già nei primi due mesi dell’anno ha conseguito importanti obbiettivi, a conferma di un migliorato quadro economico internazionale e di una maggiore capacità delle imprese italiane di confrontarsi sui mercati esteri.

La dimostrazione sta nei 13 progetti relativi al primo bimestre 2010 e approvati dall’ultima Cda della Simest: si tratta di attività che prevedono un impegno finanziario della società pubblica per 43 milioni di euro a fronte di investimenti complessivi per 233 milioni.

Questi progetti, coinvolgono grandi gruppi ma anche piccole e medie imprese, attive in business che vanno dall’alta tecnologia all’agroalimentare, dalla siderurgia alla ceramica, passando per le costruzioni edili.

Un parterre di attività, numeri e valori nettamente superiori a quelli conseguiti nello stesso periodo del 2009, anno in cui la società pubblica tra partecipazione diretta e Venture capital ha totalizzato 146 progetti con impegno finanziario di 147 milioni a fronte di investimenti pari a 1,3 miliardi di euro. Come sottolinea l’amministratore delegato della Simest, Massimo D’Aiuto, si tratta di una dimostrazione di “forte vitalità delle imprese italiane che vantano un elevato know how tecnologico e una maggiore propensione ad andare ad investire all’estero”. Performance che per l’a.d. Della società pubblica “è un segnale positivo sulla capacità di crescita del paese di riguadagnare tutto il suo appeal sui mercati esteri”.

Tra i progetti approvati ben quattro riguardano la Russia, ma ci sono anche investimenti in Cina, India, Sudafrica, Libia, Arabia Saudita, Uruguay, Guatemala e Serbia. A investire nel paese balcanico è la Stg Group di Milano, azienda da 100 milioni di fatturato che opera nella progettazione di piani integrati per l’industria siderurgica e da ultimo è diventata essa stessa produttrice siderurgica.

“Il nostro progetto in Serbia - spiega il titolare della Stg, Guglielmo Bodino - riguarda la realizzazione di una mini-acciaieria per la produzione di billette del valore di 30 milioni di euro. L’investimento l’abbiamo fatto con un partner locale di minoranza (la Metal for Equity), la cui partecipazione è destinata prossimamente ad essere assorbita completamente dal nostro gruppo”. Ma Bodino guarda già oltre. “Nei paesi dell’Est manca del tutto la cultura delle mini-acciaierie, un modello di impresa che noi riteniamo di poter proporre come produttori siderurgici anche ad altri paesi. Non a caso abbiamo diverse trattative in corso, di cui almeno cinque sono a uno stadio molto avanzato”.

Altrettanto entusiasmo serpeggia alla Inox Tech di Lendinara, in provincia di Rovigo, che la scorsa estate ha firmato una joint venture con il gruppo cinese Jiahe (40%) per la produzione e la posa di tubi in acciaio per il trasporto di materiali energetici in alcune regioni del paese asiatico. L’azienda veneta - spiega il direttore commerciale Matteo Agnoletto - è stata fondata alla fine degli anni ’80 da un gruppo di piccoli imprenditori di Lendinara. Poi nel 2000 è stata rilevata al 100% dal gruppo Ronda di Schio (Vicenza): oggi con un fatturato di 160 milioni di euro è considerata market leader in Italia e competitiva a livello mondiale nella produzione di condotte per diversi prodotti, tra cui petrolio, gas. I prodotti della Inox Tech sono utilizzati anche in campo nucleare.

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